Provincia, la mannaia colpirà i dipendenti

In caso di esuberi, mobilità per due anni e poi il licenziamento

Indietro non si torna, dice il ministro Filippo Patroni Griffi. Ma per i dipendenti potrebbe mettersi male, adesso per loro si aprirà una partita piuttosto delicata. L’articolo 6 del decreto Monti specifica che «le dotazioni organiche saranno rideterminate tenendo conto dell’effettivo fabbisogno». In caso di esuberi, parola che fino a questo momento non era ancora stata utilizzata a favore di ipotetici trasferimenti, si potrà fare ricorso alla mobilità con il taglio dello stipendio all’80 per cento e poi il licenziamento. Secondo un processo concordato con i sindacati.

Al momento, a palazzo San Cristoforo si contano 180 lavoratori. Per il sindacalista della funzione pubblica della Cisl, Mauro Tresoldi, ci sono ancora molti aspetti da chiarire, dal suo punto di vista sarebbe meglio essere ottimisti. «Nel corso di una riunione che si è tenuta non più di dieci giorni fa - afferma -, alla quale hanno partecipato le Rsu , ho sollevato una “sensazione” che avevo da tempo. Non si parla di esuberi bensì di “eccedenze”: la differenza sta nel fatto che si ha una pianta organica dei dipendenti sottostimata, il bilancio non consente di coprire le spese per tutti i dipendenti e così, almeno in alcuni settori, si crea un’eccedenza. A questo punto, però, scatta comunque la mobilità per due anni e poi il licenziamento. I dipendenti delle Province, come tutti i lavoratori pubblici, hanno delle tutele, perché esistono accordi tra enti e con i ministeri, in virtù dei quali una ricollocazione non è improbabile. Per esempio, ci sono enti che hanno necessità di personale, un caso banale e significativo, il primo che mi viene in mente per quanto riguarda il nostro territorio, è il tribunale di Lodi». Per Tresoldi, che a livello regionale sta partecipando alle assemblee della Cisl indette per discutere della questione, i trasferimenti sono a tutti gli effetti una possibilità.

«È chiaro, l’allarme c’è, dobbiamo tenere alta la guardia - aggiunge il sindacalista della funzione pubblica - ma ci sono spazi per poter ricollocare tutti i dipendenti, ammesso e non concesso che il governo non si dimentichi che l’aspetto prioritario deve essere il servizio ai cittadini. In Provincia ci sono 180 dipendenti, per cercare di capirne di più dobbiamo anche sapere quale sarà la definizione delle competenze tra Province e Regioni. Chi terrà la competenza sulle strade e sulle scuole? E sull’agricoltura e l’ambiente? In base a queste informazioni si può anche ragionare sulla pianta organica. Allo stato attuale - conclude Tresoldi - vedo più difficile una ricollocazione nei Comuni, come era stato prospettato tempo fa».

Le tre segreterie di Cgil, Cisl e Uil - rappresentate da Giovanni Bricchi, Tresoldi e Massimiliano Castellone - sono al lavoro per organizzare una maxi assemblea con tutti i lavoratori.

Greta Boni

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