Provincia, un destino a tre strade

Tre soluzioni sul piatto per il futuro della Provincia di Lodi. Sono quelle che ieri mattina il prefetto Pasquale Antonio Gioffrè ha prospettato al consigliere provinciale Pd Mauro Soldati, il quale aveva chiesto un incontro per capire che cosa sarebbe successo in Provincia dopo l’elezione del presidente Pietro Foroni e del sui vice Claudio Pedrazzini nelle fila del consiglio regionale.

Foroni si è preso del tempo per decidere, anche se la sua scelta pende decisamente verso il “sì”, non è un caso che la foto di palazzo Lombardia spunti sul suo profilo Facebook, mentre Pedrazzini ha già annunciato che il suo futuro sarà al Pirellone. Il fatto che i vertici della giunta cadano in un colpo solo non fa nient’altro che ingarbugliare la situazione.

La prima ipotesi prevede che Foroni rassegni le dimissioni, in questo caso dovrà essere nominato un commissario prefettizio e giunta e consiglio cadrebbero automaticamente. La seconda ipotesi prevede che il consiglio provinciale dichiari decaduto il presidente: le sue competenze passerebbero così al vice, mantenendo in carica giunta e consiglio; il problema è che nel caso di Lodi anche il “numero due” è assente e la sua nomina sembra essere appesa a delicati equilibri interni. Più di una forza politica, infatti, potrebbe rivendicare il ruolo di vice.

C’è poi una terza eventualità, prevista dalla legge di stabilità: la nomina di un commissario straordinario (nella figura di un assessore) scelto dal prefetto d’intesa con il presidente, senza che giunta e consiglio continuino a esistere. Dal momento che ci sono alcuni dubbio da sciogliere, il prefetto ha chiesto alcune delucidazioni al ministero dell’Interno sulla procedura e non appena avrà chiarito la questione informerà anche i diretti interessati.

L’importante sarà traghettare la Provincia fino al prossimo 31 dicembre, in attesa di capire che cosa accadrà in futuro: la riforma che prevede l’accorpamento con Cremona e Mantova non è stata approvata, San Cristoforo diventerà un ente di secondo livello a meno che il nuovo governo in carica non decida di spazzare via tutte le Province. Per quanto riguarda l’incognita del commissario-assessore, la sua scelta è già motivo di “mal di pancia”. L’assessore all’urbanistica Nancy Capezzera ha dichiarato pubblicamente di essere pronta per questo compito ma la Lega nord preferirebbe un uomo del partito, ovvero l’assessore al bilancio Cristiano Devecchi.

Adesso, come primo punto all’ordine del giorno, Soldati chiede al presidente Foroni di nominare immediatamente almeno il suo vice presidente, per risolvere uno dei problemi, ma il quadro sembra destinato a complicarsi sempre più.

In ogni caso, l’esponente del Partito democratico ieri ha fatto presente al prefetto - anche a nome del resto dell’opposizione - la preoccupazione rispetto alla spaccatura emersa nella maggioranza: il consiglio provinciale di lunedì è infatti saltato perché mancava il numero legale, il gruppo misto non si è presentato nonostante tutti i suoi componenti si trovassero in via Fanfulla, in aperta polemica con la giunta. «Ho sottolineato al prefetto il rischio di rendere più debole così facendo il nostro territorio - afferma Soldati - e ho chiesto al prefetto, nel limite delle sue funzioni, di fare in modo che, nel caso in cui si dovesse puntare su di un commissario, la scelta sia responsabile e non basata sui rapporti di forza che si stanno scatenando».

Soldati conclude infine con un’avvertimento: «Che non si pasticci sul futuro del territorio solo per mettere a posto quattro poltrone».

Greta Boni

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