Profughi e mendicanti, la Casanova prepara il giro di vite

«A Lodi e nel Lodigiano posto non ce n’è più». E per i migranti - gli ultimi numeri parlano di 12 mila sbarchi nelle ultime 48 ore - le soluzioni di accoglienza dovranno guardare altrove. Netta, sul caso dell’emergenza profughi che sta coinvolgendo l’Italia nelle ultime ore, la posizione del neo sindaco Sara Casanova, che annuncia anche un giro di vite sull’accattonaggio molesto in città con misure più severe. «Sono pronta ad incontrarmi con il prefetto per valutare la situazione, anche se la linea sarà la stessa degli altri sindaci della Lega sul territorio: a Lodi e nel Lodigiano posto non ce n’è più - ha detto nella prima presa di posizione da sindaco, sul tema, Sara Casanova -. Occorre inoltre una verifica sull’idoneità dei luoghi dove attualmente i richiedenti asilo sono ospitati. Anche in questo contesto procederemo con celerità».

Sull’accattonaggio molesto e sull’abusivismo, poi, «ci saranno misure più severe già dalle prossime settimane - aggiunge Casanova -: nei parcheggi, nelle piazze e in ogni altro angolo di Lodi in cui si verificano questi fenomeni, attueremo dei controlli mirati e continuativi, con relativi sequestri di merce. Vogliamo che i nostri cittadini non vengano più importunati da persone le quali dovranno recarsi altrove se vorranno continuare con queste attività illecite».

Sul tema dell’accoglienza, il “no” a nuovi arrivi nel Lodigiano è condiviso dagli altri sindaci delle principali città. «La nostra è un’opposizione ferma all’ipotesi di nuovi arrivi sul territorio, a Sant’Angelo siamo già ai limiti - conferma Maurizio Villa -: certo in presenza di accordi diretti tra la prefettura e soggetti privati, non potremmo opporci, ma non ci sarà nessuna disponibilità da parte del Comune. E credo che su questo tema, l’egemonia della sinistra e di un certo pensiero politico sia finita. L’Europa non può continuare a prenderci per i fondelli, proponendoci più soldi per gestire l’emergenza, perché sappiamo benissimo che spesso questi fondi finiscono a cooperative dalla gestione poco chiara». Altrettanto deciso il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, come Villa in quota Lega nord. «La nostra linea è chiara da tempo - afferma -: le emergenze che toccano la città sono altre, da quelle abitative e sociali, e non ci sono né spazi né risorse per assicurare accoglienza. La provincia di Lodi è già satura e si sono già registrati numerosi problemi generati da cooperative titolari dei progetti. Se si è arrivati a questo punto nel Lodigiano è perché a qualcuno, che ci accusava di essere razzisti e xenofobi, ha sempre ragionato assecondando prima le logiche di partito».

Arriva un “no” a nuove ipotesi di accoglienza anche dal sindaco di Lodi Vecchio, Alberto Vitale (Partito democratico). «Nella situazione di Lodi Vecchio non c’è assolutamente più spazio al tema dell’accoglienza di nuovi migranti e c’è già un accordo con la prefettura in tal senso - argomenta Vitale -: anche il Lodigiano in questo senso è già abbondantemente oltre le quote stabilite. Rimane poi sempre aperto il tema della residenzialità di chi poi rimane sui territori e dell’accattonaggio che raggiunge la molestia. Abbiamo già chiesto un presidio costante alle forze dell’ordine su un tema che rischia di minare la percezione di sicurezza dei cittadini».

Che la misura sia colma è opinione condivisa anche da Gianfranco Concordati , sindaco di Casalpusterlengo, anch’egli Pd. «A livello nazionale credo la situazione non sia più sostenibile e che occorra individuare politiche per fermare quello che è ormai un esodo - argomenta -: la disponibilità del Lodigiano, invece, è esaurita, perché credo, senza sottrarsi al tema dell’accoglienza, che ci debbano ancora spiegare perché la provincia di Lodi abbia ormai raggiunto la quota di 5 migranti ogni mille abitanti, mentre ci sono province più grandi che non raggiungono i 3. Senza contare che qui il sistema è in mano a cooperative per lo più non affidabili. Credo che con gli altri sindaci, si possa fare un ragionamento comune, al di là delle strumentalizzazioni politiche».

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