Processo Uggetti, parla Marini: «Sono a posto con la mia coscienza»

«Sono stato un buon fesso, visto poi come è andata a finire»: così l’avvocato Cristiano Marini, finito in carcere il 3 maggio dello scorso anno con l’allora sindaco di Lodi Simone Uggetti per l’accusa di turbativa d’asta per il bando per la gestione per 6 anni delle piscine scoperte di via Ferrabini e del Belgiardino, ha concluso il suo interrogatorio durato tre mezze giornate. «Nè utili né emolumenti», l’argomento che più volte Marini ha toccato nel controesame dei difensori. Sottolineando più volte tutto quanto fatto per la Sporting Lodi, la società a capitale misto pubblico - privato di cui era consigliere. Tantissimo impegno: perché, gli ha chiesto il suo difensore Angela Maria Odescalchi. E così è arrivata la disposta di Marini. che ha proseguito: «Comunque, non rinnego quello che ho fatto. Era qualcosa di utile per la comunità. Probabilmente volevo anche farmi conoscere in ambienti politici e amministrativi che contano. Poteva essere un’opportunità, ma non era quello che mi interessava. (...) Se ho sbagliato nei metodi, deciderete voi (rivolgendosi al pm e al giudice, ndr.). Io sono a posto con la mia coscienza».

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