Primo Maggio unitario per Cgil, Cisl e Uil

Alle 10 si terrà una manifestazione nel cuore di Lodi,

i sindacati offriranno un aperitivo ai partecipanti.

Volantinaggi davanti ai centri commerciali aperti

Primo Maggio sobrio, visto il momento di crisi, ma soprattutto unitario. Dopo due anni, Cgil, Cisl e Uil si lasciano alle spalle le celebrazioni separate e organizzano insieme la manifestazione. Domani mattina, alle 10, l’appuntamento con i lavoratori è fissato in piazza della Vittoria, durante il presidio ai partecipanti sarà offerto un aperitivo. E chi vedrà dei palloncini volare via, proprio come i posti di lavoro scomparsi sul territorio negli ultimi anni, non dovrà stupirsi: su ogni palloncino ci sarà il nome di un’azienda in difficoltà o di un’attività che ha chiuso i battenti, per ricordare il prezzo che il Lodigiano ha dovuto pagare, 18mila iscritti alle liste di collocamento e alla mobilità su circa 80mila occupati.

«Quest’anno ripartiamo con un Primo maggio unitario - spiega Domenico Campagnoli, segretario provinciale della Cgil -, questo non significa eliminare le divergenze ma guardare più al futuro che al passato. Ci sono le condizioni per riprendere in mano l’accordo del 2011 sulle regole. Per noi questa resta una festa, sobria ma pur sempre una festa, anche se i problemi sono drammatici, il lavoro manca ma non si vedono investimenti». Anche a livello nazionale, Cgil, Cisl e Uil ritengono che le priorità siano due: il finanziamento della cassa integrazione e la risoluzione del problema degli esodati.

«In un momento difficile - aggiunge Santo Bolognesi, segretario provinciale della Uil - avere degli obiettivi comuni rafforza il movimento sindacale: uniti si vince, separati si è più deboli. Gli episodi drammatici che si stanno verificando dovrebbero scuotere la politica. È arrivato il momento di intervenire anche per far ripartire i consumi. Con il governo dei tecnici siamo stati alla finestra, dobbiamo tornare a partecipare per difendere gli interessi che rappresentiamo».

Eugenio Vicini, segretario organizzativo della Cgil, osserva che il motto del Primo maggio sarà “la festa non si vende, si vive”. Il motivo è dettato dal fatto che domani si terrà lo sciopero dei lavoratori del commercio, una protesta organizzata contro gli ipermercati che hanno deciso di tenere aperto nonostante la ricorrenza. «Il lavoro il Primo Maggio è uno sfregio alla nostra storia, non si deve toccare», dichiara Campagnoli. Ecco perché in alcuni centri commerciali si terrà un volantinaggio per sensibilizzare i consumatori.

Sonia Curti, segretario di categoria (Fisascat Cisl di Lodi, Cremona e Mantova), ribadisce che la liberalizzazione del settore ha impedito ai lavoratori di festeggiare appuntamenti sacrosanti, specialmente là dove non c’è un servizio essenziale da garantire: «Il fatturato non è aumentato - osserva -, come dimostrano i numeri, semplicemente è distribuito su sette giorni. La liberalizzazione non ha portato occupazione, le assunzioni nei super sono bloccate e si tira il collo a chi c’è già. Nelle gallerie ci sono assunzioni fuori dal mondo, con stagisti che fanno di tutto e di più, i piccoli negozi non possono sperare di competere. Credo che sia necessaria una riflessione anche dal punto di vista culturale, i centri commerciali stanno ormai sostituendo la piazza».

Greta Boni

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