Poste, battaglia fino a dicembre

La battaglia dei postali continuerà anche a Natale: i sindacati annunciano un altro mese di sciopero degli straordinari e tornano a chiedere un tavolo di confronto all’azienda. Nella giornata di ieri, le organizzazioni che a ottobre hanno aperto una vertenza nazionale hanno incontrato il prefetto di Lodi, Matteo Piantedosi, il quale ha voluto sedersi attorno a un tavolo con i rappresentanti dei lavoratori per capire quali sono i problemi su tutto il territorio.

«Per noi è molto importante il fatto che il prefetto ci abbia convocati, accogliendo il nostro appello - afferma Giovanni Martorana, segretario provinciale della categoria per la Cisl -, ci ha promesso che contatterà il nuovo responsabile di filiale, ascolterà la posizione dell’azienda per sapere se ci sono novità e poi ci informerà degli sviluppi. L’aspetto più grave è la chiusura degli uffici per mancanza di personale, si tratta di interruzione di pubblico servizio ed è molto grave, ci sono persone che prendono un permesso dal lavoro per sbrigare delle pratiche e poi si ritrovano le poste chiuse». Lo sciopero degli straordinari durerà tutto il mese di dicembre, un periodo dell’anno considerato particolarmente pesante per gli addetti di Poste Italiane: con gli auguri e i pacchi regalo la mole della corrispondenza si moltiplica; l’unica eccezione sarà il 16 dicembre, giorno destinato al pagamento dell’Ici: «Non volevamo creare troppe difficoltà ai cittadini, ma è un dato di fatto che l’azienda non risponde alle nostre richieste - aggiunge Martorana -. Questa settimana abbiamo incontrato il nuovo responsabile di filiale, che ha bisogno di un po’ di tempo per fare una ricognizione nel Lodigiano».

Al tavolo in prefettura hanno partecipato anche Francesco Blasi, segretario provinciale del settore per la Uil e Rocco Cifarelli, segretario provinciale per la Confsal, l’Ugl non ha invece potuto essere presente, per questo motivo ha delegato il resto del gruppo. «Questa settimana - spiega Blasi - è cambiato l’orario per il ritiro delle raccomandate, non più dalle 8.30 alle 19 ma dalle 8.30 alle 14: l’utenza però non è stata avvisata, c’era solo un avviso che è stato appeso in posta, così molte persone si sono presentate presso gli uffici per nulla. E tutto per problemi di personale».

I sindacati ritengono che, tra recapito e sportelleria, sia necessario assumere almeno una quarantina di addetti.

«L’azienda dice che si fanno utili e poi non paga il premio di produttività - dice Cifarelli -, ci sono problemi di organizzazione e comunicazione, sembra proprio che sul territorio non si riesca a risolvere la situazione».

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