Pornografia minorile in rete, si allarga l’inchiesta dopo l’arresto di un 32enne di Lodi per scoprire la “rete” dei pedofili

Decine di video scambiati su Telegram con un 33enne di Taranto arrestato dai carabinieri

Si allarga l’inchiesta che ha portato all’arresto di un 32enne di Lodi per pornografia minorile. Si è avvalso della facoltà di rispondere un 33enne tarantino individuato ad inizio mese quale parte della rete di cui faceva parte appunto l’uomo lodigiano tratto in arresto meno di un mese fa. Tutto era partito dalla denuncia di una donna sudamericana di Milano che aveva segnalato come uno sconosciuto con cui aveva preso contatto via web le aveva anche inviato dei video in cui erano presenti minori oltre alla richiesta di una prestazione sessuale a pagamento. Nel giro di poco tempo quindi i carabinieri di Porta Magenta erano risaliti al 32enne che nel proprio cloud aveva custodito più di 700 filmati con bambini ed adolescenti tra i 4 ed i 16 anni.

Le indagini dopo l’arresto dell’uomo, condotto in carcere, sono proseguite da parte dei militari di Milano, coordinati dalla Procura del capoluogo lombardo, e hanno portato all’individuazione del 33enne tarantino quale parte della rete di corrispondenti del 32enne: agghiaccianti i dettagli, con tre telefoni requisiti, 1200 i filmati in tutto, su cui sono presenti le chat Telegram scambiate con il lodigiano.

Tra le informazioni rese note, la presenza tra il 19 ed il 24 aprile di più di 50 video inviati vicendevolmente, con anche l’offerta del tarantino di “offrire” la figlia per prestazioni. Tra maggio e giugno la corrispondenza è proseguita, con altri 5 video e immagini sulla direttrice Taranto-Lodi ricambiati sempre con il medesimo materiale. All’alba del 3 ottobre così, a seguito della firma del decreto di perquisizione da parte della Procura di Milano, i carabinieri hanno passato al setaccio l’appartamento della zona popolare tarantina, con il 33enne che ha consegnato dopo un’iniziale resistenza i dispositivi elettronici.

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