POLITICA Lodi, Codogno e Sant’Angelo: lo scenario a 18 mesi dal voto

I partiti posizionano le prime pedine per la lunga partita a scacchi elettorale

La Lega alle prese con la conferma del potere, Fratelli d’Italia alla ricerca della strada del consenso sull’onda nazionale, Forza Italia alla ricerca di sé stessa, Partito democratico nella gestione dell’opposizione, Movimento 5 Stelle impegnato a non sparire. Ogni partito sta posizionando le proprie pedine per la lunga partita a scacchi elettorale del biennio 2021- 2022 quando andranno a rinnovo 3 delle prime 4 città della Provincia, capoluogo compreso.

Il Carroccio e la conferma

La Lega ha l’unico apparente problema di confermare il potere conquistato nei 5 anni passati, ed eventualmente quello di trovare le persone giuste al posto giusto. Proprio dalla vittoria 2016 di Codogno e Sant’Angelo era iniziato il grande ribaltone che ha consegnato il Lodigiano intero ai Lumbard. Nelle 2 città Francesco Passerini e Maurizio Villa partono ancora con i favori del pronostico, anche se in situazioni ben diverse. Il voto su Lodi è più lontano, ma la tradizione della città capoluogo è più incerta. E su tutte le prossime votazioni gettano la loro ombra alcune questioni di fondo. Prima di tutto bisognerà vedere la tenuta della Lega a livello nazionale, nei prossimi mesi e come ricadrà sul territorio. Per quanto non possa essere considerato un test probante, 10 giorni fa a Borgo San Giovanni il solo marchio Lega non ha premiato, nonostante una campagna elettorale con tutti i vertici del partito in campo. Poi bisognerà capire come si posizioneranno i big. L’onorevole Guido Guidesi e l’assessore regionale Pietro Foroni sembrano avere un controllo totale della situazione, ma Francesco Passerini, dopo la sovraesposizione mediatica durante l’epidemia, potrebbe avere legittime aspirazioni per candidature di maggior rilievo, in Regione o in Parlamento. In crescita anche le quotazioni di Giovanna Gargioni, sindaco di Borghetto, e della stessa Sara Casanova, che con alcune battaglie di bandiera si è conquistata visibilità nazionale. Decisivi saranno alcuni incastri nazionali, come i termini della nuova legge elettorale, e i problemi politici in Regione, con i lodigiani Guidesi e Foroni tenuti in grande considerazione in via Bellerio per un eventuale dopo-Fontana, a maggior ragione se la giunta regionale finisse in qualche inciampo (giudiziario per esempio).

L’altro centro-destra

Fratelli d’Italia sembra la formazione più in crescita attualmente nell’intero centrodestra, ma a livello lodigiano è tutta da verificare la leadership di Gianmario Invernizzi, segretario provinciale imposto dall’alto, ma che non ha ancora ricevuto la legittimazione della base. Una base turbolenta, che fatica a vedere nell’ex Forza Nuova la persona giusta per aderire alle posizioni di una destra conservatrice europea (nettamente diversa dalla destra populista) nello stile che Giorgia Meloni cerca di imprimere al partito. Dall’unità di intenti e di direzione sembra dipendere il futuro nel Lodigiano di Fratelli d’Italia, con grandi potenzialità che al momento restano inespresse. A Codogno e Sant’Angelo i primi banchi di prova. Quanto a Forza Italia, l’uomo di punta al momento è un ex Forza Italia. Il vicesindaco di Lodi Lorenzo Maggi ha oggi la maggiore visibilità e i rapporti con i vertici regionali (Massimiliano Salini), ma è un ex e al momento non sembra così attratto dall’idea del ritorno. Per il resto, il partito segue Oscar Fondi, ma è ridotto al lumicino in termini di presenza e rappresentatività.

Pd e 5 Stelle

Nel centrosinistra, le acque sono chete: dopo la debacle degli ultimi 5 anni, corroborata da qualche pasticcio elettorale (in provincia), il Pd sta rinnovando la sua classe dirigente locale. Usciti alcuni personaggi di peso (Fabrizio Santantonio, Luca Marini), altri si sono defilati (Gianfranco Concordati) o hanno trovato collocazione (Osvaldo Felissari, sindaco di Lodi Vecchio). A Codogno e Sant’Angelo il Pd sembra più intento a cercare la propria strada che non a una corsa per la vittoria. La sensazione è che tutte le fiches andranno sulla riconquista di Lodi città e sull’evitare a ogni costo un effetto-Baffi, cioè il sostegno a un candidato che ha cambiato bandiera. Tutti da scoprire sono poi i rapporti con i renziani e con gli altri transfughi dal partito. Appare difficile, invece, a livello locale, un dialogo con il Movimento 5 Stelle: su Lodi città troppe sono state le divisioni e le contrapposizioni (il caso Uggetti è ancora una ferita aperta nei rapporti Pd-M5S), mentre nelle altre città i grillini non sembrano avere la forza di andare oltre una rappresentanza simbolica.

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