Politica, Draghi a colloquio con Mattarella

Le forze politiche prendono posizione, «no» dei 5 Stelle a un governo tecnico

Vertice di centrodestra oggi alla Camera alle 12.30. Come annunciato dal Matteo Salvini, la coalizione si riunirà con la partecipazione - oltre che dei big Giorgia Meloni e Antonio Tajani - di Giovanni Toti (Cambiamo), Maurio Lupi (Noi per l’Italia) e Antonio De Poli (Udc) per fare il punto sull’incarico che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato al professor Mario Draghi di formare il governo. L’obiettivo è trovare una posizione comune in caso di consultazioni del premier incaricato. «Penso che siano in tanti dentro FI a dire sì al Governo Draghi». Così il deputato di Forza Italia Osvaldo Napoli a Rainews. «Salvini in queste ore ha fatto dichiarazioni di prudente attenzione. Può essere che un uomo come Draghi possa destare qualche perplessità ma credo che in questo momento stiano attenti a quello che succede». Così il governatore ligure Giovanni Toti su La7 a «L’aria che tira». «La differenza tra Monti e Draghi è che il primo arrivò per frenare lo spread e tagliare la spesa, mentre Draghi avrebbe 209 miliardi da investire per modernizzare il Paese. Se il governo decolla è una grande occasione. E il Pd deve giocarsela da protagonista». Così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori su Twitter. «L’appello alle forze politiche del presidente Mattarella va ascoltato. La storia ci insegna però che non ci sono governi neutri, ma governi che devono avere la fiducia di entrambi i rami del Parlamento. Per queste ragioni ascolteremo il presidente incaricato Draghi e poi decideremo». Lo afferma Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera. «Siamo ancora nella fase dei tatticismi. Ma di certo la scelta di Draghi sconquasserà gli equilibri (fragili) della politica. Ora vedremo in che modo, ma sarà difficile, per tutti, dire due No». Così il senatore e portavoce nazionale Udc Antonio Saccone. «Il problema non è Draghi ma un Parlamento che oggi non è rappresentativo nella qualità e nei numeri. Il voto per noi quindi resta la strada per avere un governo forte, autorevole, responsabile, capace di intervenire sui problemi reali del Paese. Se questo non dovesse avvenire resteremo ovviamente a disposizione per votare quello che condividiamo e che riteniamo nell’interesse della Nazione e osteggeremo tutto quello che verrà fatto per altre ragioni e altri interessi». Lo afferma intercettato davanti a Montecitorio il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. “Speriamo che il centrodestra non si spacchi sul nome di Draghi, speriamo resti coeso perché proprio la coesione è stata uno dei punti di forza - sottolinea -. Speriamo quindi che anche adesso si scelga una strada che ci mantenga uniti e credibili”.

«Ringraziamo il Presidente Mattarella per aver pazientemente guidato questa grave e insensata crisi, ma ribadiamo che non voteremo un governo tecnico guidato da Mario Draghi. A questo punto, riteniamo che l’unica strada giusta sia quella delle elezioni anticipate. I cittadini devono poter scegliere chi dovrà risollevare le sorti di questo nostro Paese. Noi siamo pronti». A scriverlo sulla sua pagina Facebook è la senatrice del MoVimento 5 Stelle Paola Taverna, vice presidente del Senato.

«Il MoVimento 5 Stelle - ha aggiunto la parlamentare romana - è stato al Governo di questo paese in un momento difficilissimo e ha espresso come guida il Presidente del Consiglio più capace degli ultimi decenni. Insieme abbiamo avviato una vera e propria rivoluzione gentile, nonostante tutto, nonostante tutti. La politica ha riacquistato pian piano la credibilità e la fiducia dei cittadini, rimettendo al centro la persona e il bene comune e rendendo trasparenti tutte le decisioni e le azioni intraprese. Pur dovendo gestire in ottica emergenziale una inaspettata e complessa crisi, abbiamo avviato e mai interrotto una stagione riformatrice. Reddito di cittadinanza, Spazzacorrotti, Superbonus 110%, Taglio del numero dei parlamentari sono solo alcune delle misure che abbiamo realizzato per il bene del Paese e che riteniamo necessarie per vivere in una società più equa, moderna, verde e giusta. Con la stessa prerogativa abbiamo scritto il Recovery Plan al fine di usare al meglio i 209 miliardi ottenuti dall’Ue. Abbiamo raggiunto tanti, per alcuni troppi, risultati ed era diventato un problema», è la conclusione di Paola Taverna.

«Ci era stato proposto un governo fotocopia rispetto a quello che avevamo lasciato, sia nei contenuti sia nei profili personali. Pensare che noi possiamo sostenere un governo soltanto per il quieto vivere, soltanto per amore di pace, è una cosa che contraddice il nostro modo di intendere l’impegno pubblico». Lo afferma il deputato di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, intercettato fuori Montecitorio, all’indomani della rottura del tavolo di maggioranza. «La convocazione di Draghi da parte di Mattarella? Non sappiamo molto - ammette - solo sarà incaricato tra poco. Noi lo appoggeremo perché l’appello del Capo dello Stato è stato chiaro e di una forza che lo rende incontrovertibile. Non si può che essere d’accordo. E poi Mario Draghi ha un profilo personale prestigioso, straordinario e riconosciuto a livello internazionale».

«Non possiamo essere insensibili di fronte all’appello drammatico fatto dal Presidente della Repubblica a tutte le forze politiche, tuttavia l’individuazione di una figura, sia pure autorevolissima come quella di Mario Draghi, non è di per sé sufficiente a tracciare un percorso politico chiaro per i prossimi mesi. Faremo una valutazione negli organismi dirigenti del partito e con gli alleati per comprendere se le scelte politiche che avremo di fronte, soprattutto sui contenuti, ci convinceranno. Certo è difficile, l’abbiamo sempre detto, sommare i nostri voti a quelli dei partiti della destra sovranista. Di fronte al momento che vive il Paese e alle difficoltà che avremmo nell’affrontare le elezioni non possiamo rimanere fermi e non considerare gli sviluppi politici delle prossime ore. Ma al di là delle persone, bisognerà poi mettersi d’accordo sulle politiche e le scelte di governo. E obiettivamente costruire una sintesi su temi divisivi tra forze molto diverse sarà molto complicato». Così il vice presidente dei deputati del Pd, Michele Bordo, intervistato da «Radio anch’io» su Rai Radio 1.

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