Piano ospedali, tornano i letti dell’Oncologia a Codogno

L’Asst vuole attivare a Casale 18 posti per i giovani che soffrono di disturbi della condotta alimentare

Tornano i posti letto dell’Oncologia all’ospedale di Codogno, si riqualifica l’ospedale vecchio di Casale per portare la cosiddetta casa della comunità e si attivano dei nuovi letti per i giovani che soffrono dei disturbi della condotta alimentare.

Sono solo alcune delle modifiche apportate dall’Asst di Lodi al piano organizzativo aziendale. I dettagli saranno presentati dal direttore generale Salvatore Gioia, la prossima settimana.

«Grazie all’analisi della rigerenazione urbana degli immobili di proprietà - anticipa il manager - porteremo la cosiddetta casa della comunità, all’interno dell’ospedale vecchio di Casale». L’opportunità è offerta anche dal fondo del Piano nazionale di resilienza.

Nella casa della comunità, prevista dalla riforma, vanno i servizi di base: è un luogo nel quale sviluppare la medicina d’iniziativa, con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Sempre nell’area contigua all’ospedale vecchio di Casale, spiega il manager, saranno collocati i servizi della nuova unità operativa semplice denominata “Disturbi della condotta alimentare e dell’adolescenza”.

«I disturbi della condotta alimentare, in Regione - spiega l’Asst - non trovano risposte integrate di presa in carico continuativa, in servizi dedicati. Esistono risposte diversificate come associazioni private, comunità protette e psichiatriche dedicate, accreditate o non con il sistema sanitario regionale, comunità protette psichiatriche non specificatamente dedicate a tale disturbo, reparti di medicina interna in alcuni ospedali che effettuano percorsi di intervento nutrizionale. Manca una reale possibilità di risposta integrata. Il problema riguarda soggetti quasi sempre di sesso femminile che tendono ad esordire durante l’adolescenza e che necessitano di interventi che si prolungano spesso fino quasi ai 30 anni di età, riproponendo la difficoltà di una presa in carico nel passaggio alla maggiore età». Per questo l’Asst propone «l’attivazione di una unità d’offerta rivolta a soggetti con disturbi alimentari di età compresa tra i 14 e i 28 anni, in una sperimentazione regionale che preveda l’istituzione di 18 posti letto in comunità protetta e l’attivazione di un centro diurno annesso di 30 posti letto».

Le modifiche al piano organizzativo aziendale, spiega il direttore generale, sono il punto di partenza «per l’avvio di un confronto con tutti i soggetti interessati. Tutto il personale dell’Asst ha ricevuto via mail la relazione sintetica delle modifiche approntate. La settimana prossima ne discuteremo con le organizzazioni sindacali. Faremo in modo che il nuovo piano esca dopo l’ok alla legge 23, avendo assunto le modifiche con le proposte in arrivo dal territorio, in particolar modo dai medici di medicina generale. L’Asst è di tutti. Ci sono le premesse per continuare a fare un buon lavoro per il territorio».

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