
Più rotonde per risolvere i nodi del traffico. E investimenti sulle piste ciclabili. È questa la sfida annunciata dall’assessore ai lavori pubblici Simone Piacentini. L’incarico all’interno della giunta Uggetti, come esponente della lista civica a sostegno del sindaco, è senza ombra di dubbio un “battesimo di fuoco”. A lui sono capitate le “grane”, a lui le questioni che scottano, quelle che suscitano spesso e volentieri l’ira dei lodigiani: dal teleriscaldamento ai nodi del traffico. E per la viabilità annuncia grosse novità: «Per piazzale Medaglie d’Oro c’è il progetto di una rotonda, così all’incrocio di viale Dante e in viale Pavia all’intersezione con via Colombo». Spunta anche l’ipotesi di una pista ciclabile in via Cavezzali.
Partiamo dal teleriscaldamento, è stato un flop totale o un male necessario?
«Non è stato di sicuro un flop totale. Sul parco dei clienti allacciabile al teleriscaldamento più del 65 per cento ha deciso di aderire. Direi che è stato quindi un successo. I disagi però ci sono stati e li hanno subiti in tanti. È stato senza dubbio un male necessario, per avere una città sempre più orientata al “green” e al risparmio energetico. I benefici ambientali li avranno tutti».
Ma è davvero conveniente per gli utenti allacciarsi al teleriscaldamento?
«Questo è un discorso commerciale che non conosco appieno, soprattutto a livello di tariffe. Ma è possibile fare alcune considerazioni: con il teleriscaldamento le caldaie, che hanno un costo di manutenzione, vengono sostituite con uno scambiatore fornito dall’operatore. E già questo è un elemento di risparmio. Per quanto riguarda invece le tariffe, di fatto su Lodi quando si partì con il teleriscaldamento nel 2005 erano agevolate e delle agevolazioni ci sono ancora adesso».
I cantieri hanno però creato pesanti disagi al traffico…
«Bisogna considerare anche la modalità di svolgimento di questi cantieri. Il rifacimento della strada dura tre giorni, mentre le lavorazioni per la posa dei tubi sono più complicate. La trincea di scavi è equiparabile quasi a fare una nuova fognatura, senza considerare un altro aspetto che molti spesso dimenticano, cioè la necessità per i tubi del teleriscaldamento di realizzare saldature particolari, che sono certificate. Lodi ha poi delle prerogative storiche che si vedono nel sottosuolo e questo lo abbiamo riscontrato scavando in corso Adda dove sono emerse delle difficoltà».
Anche senza cantieri però la viabilità va a volte in tilt. Quali sono i progetti per evitare ingorghi?
«Sulla mobilità occorre, a mio parere, concentrarsi su tre punti. Questo è anche quanto emerge nel piano urbano della mobilità. Il primo nodo critico è l’incrocio del “Belfagor” che andrebbe rivisto nel suo sistema complessivo: dall’intersezione con viale Dante fino a quello con via Nino Dall’Oro. Diverse persone avevano suggerito di adottare il modello dell’onda verde, ovvero una sincronizzazione dei semafori per far defluire il traffico e non creare code. Ipotesi che però non è realizzabile perché gli attraversamenti pedonali hanno tempi differenti».
Allora qual è la soluzione che avete in cantiere?
«L’idea possibile è quella di studiare un sistema di rotonde: una in viale Dante, dove c’era l’ex distributore, e l’altra in piazzale Medaglie d’Oro. È un progetto che abbiamo in cantiere e su cui sarebbe necessario fare un studio viabilistico».
E quali sono gli altri nodi critici per il traffico che volete risolvere?
«Uno è la presenza dei pullman tra viale Dante e via Polenghi. L’ipotesi è valutare un trasferimento al terminal bus, in caso di espansione dell’area vicino alla stazione, oppure bisognerebbe ripensare ad un ritorno in piazzale Forni. Il problema è che bisognerà tener conto del fatto che con i lavori per il raddoppio del sottopasso ciclopedonale di via Nino Dall’Oro quel collegamento dovrebbe rimanere chiuso per un po’ e lo spostamento dello fermata dei pullman potrebbe creare disagi. Il terzo “nodo” da affrontare è quello di viale Pavia, via Sforza e via Colombo, anche qui per risolvere i problemi del traffico si sta pensando a una rotonda».
Quando aprirete il sottopasso della Bassiana alle auto?
«L’intervento è collegato alla riasfaltatura di viale Rimembranze, con l’introduzione del senso unico e la creazione di una pista ciclabile. L’opera è stata programmata per l’anno prossimo. Una volta che quel piano verrà realizzato si potrà ragionare sul sottopasso, facendo anche uno studio viabilistico. Sono convinto che il sottopasso possa funzionare bene per quelli che escono da Lodi. Su questo siamo aperti al confronto. Per evitare ingorghi, facciamo un invito agli automobilisti: usate la tangenziale».
C’è in programma anche una ciclabile in via Cavezzali?
«Svelo un gran segreto: la pista ciclabile di via Cavezzali è tra le mie priorità. È stata inserita anche nel bando che presenteremo in Regione Lombardia. Ricordo che il progetto che era stato portato all’attenzione del partito di Sel riguardava la moderazione del traffico, non la creazione di una pista. Questa è un’ipotesi che mi può star bene, visto che la strada è utilizzata da molti ciclisti e dalle auto. L’altra possibilità è quella di creare una pista ciclabile sulla zona verde, che si può portare avanti».
Passiamo all’urbanistica. Sulla questione del parcheggio per la logistica di San Grato ci sono state forti polemiche. L’accusa era che si cementifica troppo. Cosa risponde?
«Quell’intervento era legato alla sicurezza per il parcheggio della logistica. Anche nelle relazioni era indicato che si formava un numero di camion fermi sulla corsia della tangenziale per il carico e scarico. Quando si fanno delle scelte come amministratore è necessario valutare sempre gli aspetti di sicurezza».
Le aree ex Cetem ed ex consorzio rimangono due “buchi neri” in città. Ci sono dei progetti di rilancio?
«Purtroppo la crisi dell’edilizia ha fermato gli sviluppi di questi piani di rigenerazione urbana. Ex Cetem e Consorzio sono in effetti due “buchi” nel tessuto urbano che potrebbero rendere l’aspetto della città differente. Sul Consorzio si è cominciato a fare dei ragionamenti, ma ci sono stati dei freni. Ci sono state delle prime avvisaglie, ma nulla è proseguito. Sull’ex Cetem è invece tutto fermo. Ritengo poi che sia stato un grosso risultato per l’amministrazione comunale aver trovato un accordo sull’area ex Abb, l’intesa è stata su un progetto di qualità che ci ha permesso di fare un passo in avanti significativo. Sull’urbanistica abbiamo sempre fatto delle scelte per evitare di mettere in gioco nuovo suolo e in questi anni sono arrivate diverse richieste per mettere in gioco regimi differenti».
Ogni mese si ritrova con un’interrogazione della Lega nord sui parcheggiatori abusivi. C’è chi si chiede perché ogni giorno il Comune non mandi la polizia locale a controllare i parcheggi.
«Questo non è un problema che si risolve spegnendo l’interruttore, necessita di un’attenzione costante e continua. Grazie anche alla polizia locale e alla collaborazione con le forze dell’ordine, che ringrazio, è stato fatto tanto tra giugno e agosto. È stata sequestrata così tanta merce che i magazzini sono pieni. Le multe ammontano a 38mila euro, e non è poco. Difficile passare tutti i giorni, ma due volte a settimana il servizio c’è».
Però nonostante i controlli, i parcheggiatori sono sempre al loro posto...
«Non tutti sono abusivi. Chi ha la licenza ha il diritto di rimanere, naturalmente senza dar fastidio alle persone».
Ma le multe vengono pagate? Questi 38mila euro vengono riscossi?
«No, è difficile che vengano pagati. Ma qui si apre un problema generale legato al pagamento delle sanzioni».
Si dice spesso che la polizia locale avrebbe bisogno di più agenti. Non è possibile fare nuove assunzioni? Quanti agenti servirebbero?
«Anzitutto sono fortemente contento dei risultati che stiamo ottenendo con la polizia locale. È chiaro che nella situazione attuale non ci sono molti agenti in organico. Gli effettivi sono in tutto 34. La valutazione sul personale di polizia locale va fatta però in un arco di 2/3 anni. Entro la fine del mandato potranno infatti andare in pensione diversi agenti. Il nostro obiettivo è garantire almeno un turnover naturale. Abbiamo intenzione di investire sulla polizia. Sono già stati fatti investimenti importanti sulle dotazioni. Un altro degli obiettivi per il futuro è quello di affrontare il tema degli impianti radio».
Lei si è preso gran parte delle deleghe dell’assessore Tommaso Premoli, dimissionario. In realtà, qualcuna di queste le ha seguite anche prima delle sue dimissioni. Non è un carico troppo pesante?
«Diciamo che ho sempre lavorato con standard piuttosto alti, la scuola Danieli insegna. È vero che il carico è elevato, ma c’è un confronto con gli altri assessori della giunta sulle diverse questioni».
Il primo “test” all’interno di un’amministrazione è così positivo al punto che si ricandiderà?
«Non lo so, due anni e mezzo sono tanti e vedere troppo “oltre” può far perdere di vista le cose».
Si riconosce nell’area Pd?
«Sì, è sempre stata la mia area di riferimento».
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