Pensioni, il tesoretto lodigiano

Per pagare le pensioni lodigiane ogni anno è necessario staccare un assegno da 983 milioni di euro. Una cifra che può sembrare astronomica, ma se si pensa che in provincia si contano più di 81mila pensioni con un importo medio di 11.964 euro, allora i conti tornano. È importante sottolineare, però, che il numero delle pensioni non corrisponde a quello dei pensionati, e questo perché ci sono persone che usufruiscono di più prestazioni. Per esempio, c’è chi ha diritto all’assegno di anzianità ma anche all’invalidità.

Lo “scontrino” della previdenza è salato ma fondamentale in un periodo di crisi: i 983 milioni di euro, distribuiti attraverso la pioggia di assegni mensili, per molte famiglie hanno rappresentato fino a questo momento un’ancora di salvezza. Come sottolineato più volte da sindacati e associazioni, infatti, i lavoratori che si trovano in cassa integrazione o che sono stati licenziati spesso riescono ad arrivare alla fine del mese grazie alla pensione di mamma e papà. Anche nel Lodigiano la crisi non ha fatto sconti, lo dimostra l’impennata nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e le difficoltà in cui versano le imprese: dall’artigianato all’edilizia, dal commercio alla chimica.

I dati sulle pensioni sono ufficiali e sono stati elaborati dall’Istat, le informazioni ricavate dallo studio si riferiscono al 2010 e rappresentano uno spaccato di tutto lo Stivale. Una mole di lavoro e di informazioni impressionante, resa possibile grazie alla collaborazione con l’Inps, che dispone di un ricco archivio. A Lodi quasi tutte le prestazioni sono erogate da istituzioni pubbliche: 81.572 per l’esattezza, per un importo che tocca quota 974 milioni di euro. A fare la parte del leone sono, ovviamente, le pensioni di vecchiaia, invalidità e superstiti, che ammontano a 61.769 solo nel comparto privato, per un totale annuo di oltre 787 milioni di euro. Se si considera tutto il territorio regionale, la spesa vola oltre i 45 miliardi di euro.

Nel caso in cui si volesse stilare una classifica, al primo posto si piazzerebbe Milano, con 1.198.441 pensioni per un totale da “capogiro”: più di 16 miliardi di euro. Dalla parte opposta si troverebbe invece Pavia, con 78.354 assegni e una somma complessiva di 785 milioni di euro. Nel caso delle province di Bergamo, Brescia, Varese e Sondrio, l’analisi mostra che tutte rivelano un numero di pensioni che si aggira - e spesso supera - le 300mila prestazioni.

In un periodo in cui ogni giorno si sente parlare di “spread”, di recessione, di paesi europei sull’orlo del baratro, gli occhi di tanti sono puntati proprio sulle pensioni. E la domanda è quasi sempre la stessa: «Il governo dei tecnici ha intenzione di metterci mano, tagliando gli assegni mensili?».

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