Pendolari truffati via mail

La truffa ai pendolari “corre” online. Attraverso mail “pirata” che pubblicizzano siti e blog per trovare lavoro o per essere tutelati da Trenitalia e che in realtà nascondono messaggi a sfondo erotico. Chi vuole cancellarsi dal servizio deve pagare, naturalmente con carta di credito, “pena” l’essere sommerso da centinaia di mail in pochi giorni; ma chi paga corre il rischio di ritrovarsi poi prelievi “anomali” fatti con la propria carta per centinaia di euro.

Nell’occhio del ciclone era finito inizialmente il sito internet di incontri per single “Meetic”, già denunciato dall’associazione regionale trasporti (Art), ma i suoi referenti si dicono estranei alla vicenda e hanno fatto una denuncia contro ignoti perchè si ritengono danneggiati. Le vittime di questa truffa, quindi, che dura da parecchi mesi, sono molti pendolari di Lodi, Bergamo e Milano, con le relative associazioni che li rappresentano, anche se di fatto nessun territorio si è salvato. Il senatore Elio Lannutti ha addirittura presentato un’interrogazione in Parlamento per sollecitare il governo ad intervenire.

Ignoti, quindi, hanno iscritto abusivamente centinaia di pendolari a una mailing list (formata con gli indirizzi mail forniti alle associazioni di pendolari) a cui hanno inviato messaggi per informare in tempo reale sui disagi delle linee ferroviarie. Tutto normale, se non fosse che le mail si sono riempite di spam (messaggi indesiderati) che hanno intasato la posta elettronica di centinaia di persone, fra cui molti lodigiani. Un servizio a cui nessuno si è iscritto, ma dal quale è praticamente impossibile cancellarsi. Se non pagando: 20 euro le donne, 30 gli uomini, 50 le associazioni, 63 le società semplici e 100 le Spa. «Veniamo anche contattati da ragazze dell’est, che speculano sul fatto di chiedere dei soldi per venire in italia - spiega Diego Ferrari, presidente dell’Art, che rappresenta tutti i comitati locali di pendolari -. Stanno danneggiando le vere associazioni, che nulla centrano con questo servizio, ma che ogni giorno combattono contro i ritardi e le carenze infrastrutturali». Qualcuno, davvero esasperato, ha pagato la somma richiesta con carta di credito, ritrovandosi però il conto svuotato da successivi prelievi non autorizzati. Impossibile al momento sapere quanti siano incappati in questa sventura, le denunce delle vittime, anche lodigiane, sono state presentate alla polizia postale che ora sta svolgendo le indagini. «Abbiamo querelato “Meetic” - aggiunge Ferrari - chiedendo i danni e la fine di ogni abuso nei confronti dei clienti». Ma il sito, come detto, ha preso le distanze da questa vicenda.

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