Parchi, l’Isola Carolina resta una ferita aperta

Bocciati. Isola Carolina e area di via Fascetti non passano l’esame. Per i lodigiani sono i parchi in condizioni pessime, il commento più utilizzato è spesso senza possibilità d’appello: «Una vergogna». Se lo spazio di via Fascetti, dietro la stazione, è considerato poco raccomandabile, con frequenti blitz della polizia, l’Isola Carolina resta una ferita aperta: tantissimi cittadini sono amareggiati per le condizioni in cui versa, tra abbandono e degrado.

Dopo una prima tappa alla Maddalena, il viaggio del «Cittadino» prosegue tra i parchi cittadini. E l’obiettivo non può che essere puntato sull’Isola Carolina, un’oasi che ricorda la visita a Lodi dell’imperatore Francesco I e della moglie Carolina Augusta di Baviera nel 1825. Al suo interno ci sono la bellezza di 500 alberi, una parte di questi sono stati donati da Enrico Mattei alla fine degli anni Cinquanta per sottolineare il legame tra l’Eni e la città nella quale trovò sede il primo centro studi dell’Agip. Ma per tanti lodigiani è ormai una cartolina ingiallita. «Adesso appare abbandonato. Hanno tolto parte dei giochi per i più piccoli. Si poteva fare un minimo di manutenzione - dice la signora Gianfranca Groppelli - è uno degli spazi più grandi, ma andrebbe messo a posto. Non servono progetti faraonici». Proprio ieri un gruppo di stranieri richiedenti asilo - come volontari e su incarico del Broletto - era impegnato nella cura del polmone verde di viale Dalmazia. Stavano lavorando alle panchine, vicino alla zona attrezzata per i bimbi. «Ricordo ancora quando hanno aperto l’Isola Carolina, visto che abito qui vicino. C’era una voliera, con la presenza degli animali. Negli anni il parco è peggiorato», spiega Pierino Fenocchi. E Piero Costa: «Servirebbe forse un po’ più di pulizia, ma adesso si stanno adoperando per sistemarlo». Tra un riscaldamento e uno scatto tra i vialetti lungo viale Dalmazia, il “runner” Flavio Cozzi commenta: «C’erano dei bei progetti, ora però appare tutto fermo. Peccato perché l’area è molto bella».

Il Broletto aveva, in effetti, pensato ad un piano di riqualificazione, ma è stato per il momento accantonato con il commissariamento dell’amministrazione. Tra le aree verdi più grandi per dimensioni, ce n’è un’altra che da un po’ di anni a questa parte non riesce mai a superare l’esame. Anzi, spesso si guadagna la maglia nera. Si tratta del parco di via Fascetti, dietro alla stazione. Su queste panchine si fermano per diverse ore al giorno numerosi immigrati, oppure italiani che bivaccano tra una sigaretta e una bottiglia di vino. Da un angolo, in corrispondenza di un gruppo di giovani di colore, proviene odore di marijuana. Una fotografia che di certo non invoglia le mamme a portare i bambini a giocare. Matteo Milan lavora all’interno del parco di via Fascetti, è un dipendente de Le Lippe: «Stamattina (ieri per chi legge, ndr) è stata qui una squadra di migranti con il Comune a pulire - spiega -, è difficile che le mamme con i figli portino qui i piccoli. Il problema è più generale e non riguarda il parco». Semmai, coinvolge la presenza di diverse persone che trascorrono qui il loro tempo senza avere nulla da fare, nemmeno un progetto a cui dedicarsi. L’area dovrebbe essere riqualificata nell’ambito del progetto sull’ex Abb, ma i tempi restano ancora incerti.

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