Ortopedia, l’eccellenza ora abita qui

Chirurgia del ginocchio, dell’anca, della mano e della colonna. Gli ortopedici di Lodi sono in prima linea per gli interventi d’avanguardia. I sette medici e il primario Claudio Montanari, insieme ai 20 infermieri, costituiscono una squadra affiatata: anche i più giovani hanno imparato a fare interventi che altrove non fanno neanche i più anziani. I lodigiani però non lo sanno. Spesso scelgono di andare in ospedali come Pavia o Milano, dotati di professori che si sono guadagnati la notorietà. Mentre potrebbero restare a Lodi. Sono mille, infatti, gli interventi fatti dall’ortopedia di Lodi nell’arco di un anno, 600 di questi per traumatologia d’urgenza e 400 in elezione. Questi ultimi, però, potrebbero decisamente salire. «Spesso - spiega il medico di Lodi Andrea Leorati - i pazienti mi confidano che sono andati altrove a farsi impiantare una protesi: non sapevano che le mettiamo anche noi. Eppure, qua al Maggiore, si fanno protesi del ginocchio e dell’anca, artroscopia del ginocchio per lesioni del menisco, ma anche legamenti crociati anteriori. Poi chirurgia della mano, correzione dell’alluce valgo, chirurgia della spalla per le periartriti e correzioni dei piedi piatti nei bambini». Gli ortopedici di Lodi si mantengono in costante aggiornamento, frequentando corsi di formazione, in Italia e all’estero. I risultati dell’attività lodigiana non di rado vengono diffusi nei convegni specialistici. Di recente, per esempio, sono stati presentati, in un congresso nazionale, a Varese, i dati sulla sutura del tendine achilleo con tecniche di mini invasiva. «Per le protesi - continua Leorati - usiamo strumentazioni decisamente avanzate. Diamo molta importanza all’aggiornamento, sotto la guida illuminata di Montanari. Il primario sta creando spazi chirurgici per i più giovani. I più anziani del reparto, infatti, hanno fatto crescere le giovani generazioni. Queste ultime, da noi, fanno interventi che altrove non fanno nemmeno i più anziani. Utilizziamo materiali validi e personale specialistico preparato. Se i lodigiani hanno il desiderio di restare sotto casa per farsi curare noi ci siamo». Positivi i dati anche per i cosiddetti casi di malasanità. «Nessuno di noi è mai stato condannato - spiega Leorati - abbiamo avuto contestazioni, ma sempre pretestuose. Il nostro atteggiamento è di spiegare i rischi ai pazienti, per collaborare insieme a loro, in un progetto comune, finalizzato alla tutela della salute. Purtroppo oggi è passato il concetto della medicina come onnipotente. Le complicanze, purtroppo, invece, lo dicono i dati della letteratura, ci sono sempre, anche se il comportamento del medico è stato corretto. È impossibile ridurle a zero». Positiva è anche la sinergia tra gli ortopedici e gli altri specialisti del Maggiore. «I nostri pazienti - spiega il dottore - sono spesso anziani, quindi ricorriamo ad altri colleghi per far fronte alle patologie correlate. C’è una fitta rete di scambio tra noi. La traumatologia condiziona i tempi d’attesa, ma siamo nei limiti fissati dalla regione, dai 60 ai 90 giorni. Per l’organico che abbiamo, 7 medici e 20 infermieri, le nostre sale operatorie sono sufficienti. Non abbiamo particolari sofferenze».

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