«Ora rifaremo lo show al Nebiolo»

Una sentenza «ovvia», per «i principi già ribaditi in occasione del tentativo di bloccare la messa in scena del 2009 - commenta Giulio Cavalli, direttore artistico del Nebiolo, tra i primi a sostenere De Giorgi e implicato in primi linea nelle “ire” di Fiorani che l’ha diffidato in prima persona - : non riesco ancora a capire perchè, dopo le condanne che gli sono state inflitte, quando le condanne sono un fatto e non un’opinione, abbia voglia e tempo da spendere nel tentativo di difendere un’onorabilità che ha già perso». Secondo il direttore Cavalli, anche consigliere regionale lombardo per Sel, la sentenza di Milano è anche «una condanna nei confronti di tutti coloro che sono stati a dir poco “timidi” sia nel sostenere la messa in scena, sia in generale nella strana e sconveniente delicatezza con cui evitano l’argomento Fiorani. È come se una certa parte del mondo lodigiano avesse deciso di archiviare i fatti ben prima delle condanne dei tribunali». Rimane la soddisfazione per la «vittoria di un giullare», condivisa anche dalla rete di associazioni lodigiane che hanno sostenuto la messa in scena (Associazione culturale Adelante!, Associazione culturale Bottega dei Mestieri Teatrali - Teatro Nebiolo, Associazione culturale Casa del Popolo, Centro Documentazione Teatro Civile, Circoscrizione locale dei soci di Banca Etica della provincia di Lodi, Laboratorio per la Città, Legambiente Lodi, Punto Informativo Finanza Etica, Rete Lilliput-Nodo di Lodi). «La sentenza dovrebbe però forse indurre a riflettere (e magari a scusarsi) chi nella nostra città non ha mai speso una sola parola di condanna nei confronti di Fiorani - dicono in comunicato le associazioni - gli stessi che anche ai tempi dello spettacolo avevano preferito non scegliere da che parte schierarsi, tra i cittadini e associazione che difendevano la libertà di espressione e chi come Fiorani aveva cercato in tutti i modi di usurpare questo diritto». Un pagina, dunque, che scrive «un’altra vittoria per quella parte città che non è stata in silenzio e per chi si è battuto per difendere la libertà di espressione - dicono ancora - . A noi piace credere che sia una vittoria per tutta la città».

R. M.

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