«Ora capisco gli ex consiglieri della Bpi»

Coccoli “assolve” «chi non ha saputo impedire le malversazioni»

Tra pochi giorni Costantino Coccoli lascerà il Consiglio di sorveglianza del Banco Popolare, in cui è stato nominato a metà 2007 in quota lodigiana. In precedenza, dal gennaio 2006, è stato consigliere di amministrazione della Banca Popolare Italiana nell’era post Fiorani, in un periodo critico per l’istituto lodigiano. L’ex presidente della locale Associazione industriali ha accettato di parlare del lavoro svolto in questi anni e delle prospettive del Banco e della Banca Popolare di Lodi. E non si è sottratto alle feroci polemiche che hanno caratterizzato le ultime settimane.

Partiamo proprio dalle polemiche. Si dice che lei, ormai, non rappresentasse più il mondo economico lodigiano e dunque dovesse lasciare spazio ad altri nel Consiglio di sorveglianza.

«Mi piace ricordare come negli anni Ottanta abbia rilevato dal fallimento l’azienda in cui lavoravo, l’Istituto chemioterapico di San Grato, ora Euticals, contribuendo a porre rimedio a un problema occupazionale e sociale per Lodi. Ho svolto poi ruoli istituzionali nella municipalità e nell’associazionismo locale, tanto da essere nominato nel cda di Bpi nel 2006, quando ero presidente dell’Associazione industriali. Mi pareva questo potesse essere sufficiente a legittimare la mia presenza in Sorveglianza».

Al suo posto arriverà Cristina Zucchetti. Condivide la scelta?

«Mi sono adoperato perché per il posto da me lasciato libero venisse candidato un altro imprenditore e possibilmente una donna. Il risultato raggiunto mi soddisfa. Mi pare che il presidente della Zucchetti Spa possa stare nei banchi del Consiglio di sorveglianza senza complessi di inferiorità verso gli altri imprenditori che vi siedono, tra cui, per ricordare alcuni nomi, Rana dei tortellini piuttosto che Veronesi di Calzedonia o Buzzi dei cementi».

L’Associazione industriali di Lodi ha criticato il nome di Cristina Zucchetti, sostenendo che la sua azienda non è iscritta ad Assolodi. Cosa ne pensa?

«La posizione dell’Associazione industriali dovrebbe essere più ponderata. Se è vero che l’azienda Zucchetti non è iscritta all’associazione e che quindi Cristina Zucchetti non può rappresentare Assolodi, non può sfuggire come ella però rappresenti un’impresa tra le più interessanti del nostro territorio. Se recriminazione vi deve essere, sia semmai quella di non aver saputo associare la Zucchetti Spa ad Assolodi».

Bpi, fusione con Verona e poi Banco. Lei ha vissuto momenti storici per l’economia lodigiana. Quale il suo giudizio complessivo?

«È stata un’esperienza non facile, ma importante. Iniziata nel gennaio 2006, è passata attraverso la fase dell’emergenza in cui sopravvivere era già un buon risultato, la maturazione del convincimento dell’impossibilità di farcela da soli, convincimento cui bisogna dire Banca d’Italia diede un contributo decisivo, poi la scelta del partner, i traumi della fusione, il dramma Italease, la crisi mondiale. Letto così appare un elenco di eventi nefasti, ma a ognuno di essi vi è stata capacità di far fronte. Il Banco è solidamente in piedi e, con l’ultimo aumento di capitale, ha dimostrato di avere in sé le capacità di stare nel mercato. Se permette vorrei aggiungere ancora una cosa».

Prego.

«Provo comprensione per gli amministratori che mi hanno preceduto in Bpi ai tempi del grande scandalo nazionale. Ovviamente parlo di chi non ha approfittato della situazione per un illecito arricchimento personale, ma è stato punito per non aver saputo impedire le malversazioni. Ci si immagina che un consigliere abbia chissà quali poteri, in realtà è chiamato a decidere sulla base delle informazioni che gli vengono presentate negli atti del consiglio senza possibilità di verifica diretta».

La Fondazione Bpl finora ha ottenuto dal Banco cifre ben inferiori rispetto a quelle promesse all’epoca della fusione.

«Senza utili non ci sono dividendi da distribuire e quei numeri erano risultato di valutazioni fatte in tutta onestà secondo le redditività bancarie del 2007».

La Banca Popolare di Lodi è davvero riuscita a recuperare il terreno perso?

«La Bpl deve continuare a fare quello che sta facendo: proseguire sulla strada del rilancio, recuperando efficienza e clientela. Deve continuare a sostenere famiglie e piccole-medie imprese».

Il presidente della Camera di commercio, Alessandro Zucchetti, ha denunciato però che la Bpl non sostiene a dovere le aziende lodigiane. Non è un attacco da poco.

«Mi domando da dove abbia tratto i numeri, visto che quelli di cui io dispongo, e d’ora in avanti disporrà sua sorella, dicono al contrario di un aumentato impegno».

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