Oggi sono 36:

ecco la mappa

lodigiana

dei rifugiati

Sparsi qua e là, tra alberghi, locande e residence. Sarebbero 36 al momento i profughi ospiti del Lodigiano. Una mappa a macchia di leopardo, ma sbilanciata verso nord. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi, infatti, il Basso Lodigiano, che seppure può contare su città come Codogno e Casale, non è stato interessato dalla distribuzione commissariale decisa da Protezione civile e prefettura. Il nucleo più importante dei richiedenti asilo è concentrato a Lodi Vecchio, nella stanze del Laus Residence. Senza alcun preavviso, la giunta si è trovata a dover gestire 23 profughi in una sorta di centro di accoglienza organizzato sulla base delle disponibilità dell’albergatore, comunicata a Federalberghi. La situazione di Lodi Vecchio però, fa da sé. I profughi assegnati non rientrano nella quota prevista per la provincia e dovrebbero essere assegnati ad altri territori.

Altra situazione limite, quella di Tavazzano con Villavesco, dove si sono registrate presenze altalenanti. Prima 6 profughi, poi altri 9, portando il numero delle presenze a 15. Il rebus di distribuzioni e spostamenti ha riportato l’equilibrio in paese. Nell’hotel della Stazione sono rimasti 6 profughi, «molti dei quali non fanno altro che passeggiare avanti e indietro tutto il giorno - spiega il sindaco, Giuseppe Russo -: anche perché non sanno come impiegare il loro tempo. Non si tratta di una situazione particolarmente edificante per loro». Altri 3 richiedenti asilo hanno come base Sordio e le stanze dell’hotel Sabrina. Qui il comune è dovuto intervenire per trovare loro anche un ristorante per il pranzo e un bar per la colazione. Ogni giorno, a pranzo e cena, camminano fino alla pizzeria Jolly e poi tornano all’hotel Sabrina. Anche a Sordio, però, nessuno sa quanto durerà questa situazione. «Non abbiamo nessuna novità - dice il sindaco Giuseppe Di Luca -: aspettiamo anche noi di capire per quanto tempo rimarranno sul territorio inoperosi. Nessuno ci ha comunicato quanto durerà ancora questa situazione». Nel capoluogo, le presenze, dopo gli ultimi spostamenti, sono quattro, sempre nella locanda San Grato. A San Zenone, nelle stanze dell’hotel Ambra, erano in 27, ma al momento non c’è più nessuno. «Sono ripartiti tutti lunedì» spiegano i titolari. Per altre destinazioni, in un viaggio che sembra non finire mai, tra locande, alberghi e centri di accoglienza. In attesa di una soluzione stabile che, al momento, non c’è.

R. M.

© RIPRODUZIONE RISERVATA