Num del Burgh: durante il ritorno si pensa già alla prossima impresa
(6 giugno, ore 16) Anche il cielo si è imbronciato nel vedere i marinai di Nüm del Burg tirare in secco le loro barche e caricarle a bordo del tir: subito dopo pranzo, nel primo pomeriggio di oggi, una pioggerellina intermittente ha cominciato a scendere giusto in tempo per complicare la faticosa operazione, come se non fosse già abbastanza complicato accettare il fatto che il nono Rally dei fiumi è giunto alla fine e da domani con gli amici si potrà stare solo quando lo permetterà il lavoro. La bellezza di Comacchio rende l’addio ancora più malinconico, come se l’andamento placido dei suoi canali, il volo pigro degli uccelli nelle valli salmastre, il profilo immobile dei canneti volessero smorzare definitivamente l’energia dell’equipaggio in partenza. Durante il giro turistico della mattina il morale era ancora alto: Angelo scherzava come al solito con Tano, Lello architettava bravate, Chiara riprendeva tutto con la telecamera. Ma subito dopo il pranzo, nonostante l’ottimo guazzetto di vongole in rosso e il doveroso assaggio d’anguilla, la stanchezza ha cominciato a mostrarsi anche sui volti dei più infaticabili: una stanchezza morale s’intende, non certo fisica, altrimenti non si spiegherebbe come una ventina di uomini riesca, in meno di un’ora, a issare a mani nude dieci barche con relativo motore dalla laguna fin sopra la banchina, per poi legarle all’interno del cassone del tir. Il lavoro grosso lo fanno i giovani, i più anziani coordinano e osservano un po’ in disparte la scena. Come Aldo Maggioni, uno dei veterani dei Rally dei Fiumi, lunghe gambe magre e occhi azzuri come l’Adda di una volta: «È il nostro sogno di bambini che si realizza» dice, «quando con Gino e gli altri si andava sulle morte di Cavenago a costruire zattere con le canne e sognare avventure sul fiume. Allora i nostri genitori non ce l’avrebbero mai permesso, ma adesso... abbiamo aspettato un bel po’ di anni ma alla fine ce l’abbiamo fatta: il nostro sogno si è realizzato». Si è realizzato non una, ma ben nove volte, tante quante le edizioni del rally: ora che tutti i rami del Po sono stati battuti, non resta che volgere altrove lo sguardo per trovare nuove acque da solcare. Mentre si torna a casa, seduti sul sedile del pullman, si ragiona se replicare qualche itinerario già affrontato o tentare nuove avventure, per esempio – perchè no? - sul lago. Qualunque sarà la meta prescelta, l’equipaggio al gran completo ha già confermato la propria adesione.
(6 giugno, ore 11) Giro turistico nella bella Comacchio: la torre dell’orologio, la loggia del grano, il duomo di mattoni rossi intitolato al divo Cassiano. La “piccola Venezia” incanta i lodigiani con i suoi scorci suggestivi, offrendo un ottimo pretesto per acquistare qualche souvenir.
Anche il cielo si è imbronciato nel vedere i marinai di Nüm del Burg tirare in secco le loro barche e caricarle a bordo del tir, ma i lodigiani stanno già pensando alla meta per il prossimo rally dei fiumi
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