«Non si nuove nemmeno una gru»

L’edilizia nel Lodigiano attraversa una crisi nera

A Lodi non c’è nemmeno una gru che gira tra i tetti dei palazzi. Cgil, Cisl e Uil anche quest’anno si trovano a dover fronteggiare la crisi nera dell’edilizia: anche ieri mattina un’azienda con circa 15 dipendenti ha annunciato la chiusura ed è stato necessario aprire la procedura di cassa integrazione straordinaria.

«Le poche gru in movimento fanno fatica, soprattutto per l’assenza di liquidità - afferma Cosimo Tortiello, segretario provinciale per la categoria della Cisl -. Le imprese sono in credito presso gli enti pubblici, alcune aspettano di essere pagate da almeno nove mesi e piuttosto di continuare a lavorare gratis stanno ferme. Ormai il cantiere dell’alta velocità ha chiuso da anni, a meno che non si sblocchi il patto di stabilità non si vede la luce fuori dal tunnel». Secondo il punto di vista delle parti sociali, per allentare il “cappio” al collo delle amministrazioni pubbliche è necessario alleggerire i vincoli legati al patto di stabilità, permettendo loro di utilizzare le risorse a disposizione.

Per Francesco Cagnazzo della Uil la vera domanda riguarda gli istituti di credito: «Le banche hanno intenzione di aiutare le aziende? Non fanno finanziamenti nemmeno ai lavoratori. Troppe attività devono ancora incassare i soldi dal settore pubblico, inoltre il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto ancora». A questo problema se ne aggiunge poi un altro, spesso denunciato dalle organizzazioni sindacali: gli appalti affidati al massimo ribasso, che spesso pregiudicano la buona riuscita di un’opera.

Francesco Aresu, segretario provinciale degli edili per la Cgil sottolinea che nel Lodigiano la situazione sembra essere peggiore rispetto a quella delle altre province: «La situazione è drammatica - spiega -, senza contare che le altre due categorie che seguiamo, quella del legno e dei prefabbricati, sono ormai quasi cancellate, ci sono molte aziende con grossi problemi. Abbiamo notato che quando un’attività seria fallisce, chi prende il suo posto sul mercato spesso offre una qualità inferiore. Insomma, si naviga a vista». Nel lungo elenco delle aziende che hanno chiuso i battenti, ci sono anche quelle considerate “storiche”, che vantano cioè un legame di vecchia data con il territorio.

In un momento come questo, i sindacati, insieme ad Assimpredil e all’Esem, l’Ente scuola edile milanese diretto da Valerio Chiappa, stanno cercando di promuovere i corsi di formazione dedicati ai lavoratori, completamente gratuiti per coloro che sono iscritti alla Cassa edile. I laboratori si tengono in viale Milano e per tutti i promotori si tratta «di una grande opportunità».

A proposito del futuro, gli edili ritengono che il progetto delle serre di Sorgenia alla loro categoria non porterà un gran lavoro: «Ci saranno muretti e pavimentazioni da realizzare, ma si tratta di poca cosa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA