«Non andate a comprare nei festivi»

Gli addetti invitano a boicottare le aperture extra

«L’unico modo per cercare di far cambiare idea a chi decide è di boicottare le aperture di domenica. Se non sono d’accordo con questa scelta, i clienti devono stare lontano dal centro commerciale nei giorni festivi». Lo dicono sottovoce e senza metterci la faccia («il rischio di essere licenziati c’è» spiegano), ma sulla decisione di tenere aperto 365 giorni l’anno i dipendenti non usano mezzi termini. Anche perché, per loro, il cambiamento è radicale. E vale sia per chi lavora all’interno del supermercato sia per gestori e dipendenti dei negozi della galleria, costretti ad assecondare in tutto le decisioni della direzione sugli orari di apertura. E proprio nelle vetrine più piccole potrebbero registrarsi le maggiori difficoltà nel stare al passo con i turni. «Abbiamo già calcolato che ci resterebbero qualcosa come sei domeniche all’anno da passare in famiglia - spiegano da una delle vetrine, raccomandandosi di non essere citati per non incorrere in conseguenze -, senza contare le ferie e le malattie di altre colleghe. Sa cosa significa? Spezzare le famiglie, non permetterci più di pranzare con i nostri figli almeno in un giorno di festa. E vogliamo pensare al Natale o a Santo Stefano? La speranza è che in direzione si mettano una mano sul cuore e pensino anche alle nostre vite». La decisione, dunque, ha messo in subbuglio, e non poco, chi si muove tra banchi e casse. «Anche perché non ci sono incentivi economici consistenti per un cambio così radicale delle nostre vite - spiegano in un altro negozio -: se si lavora di domenica, è previsto il recupero in un altro giorno della settimana a fronte di un riconoscimento per il giorno festivo. Ma capisce che non è la stessa cosa?». Senza contare che, per i piccoli negozi, a fronte di un investimento nel personale e nell’organizzazione dei turni, le prospettive sull’incasso non sono rosee. «Lo vediamo ora, nelle aperture serali - dicono da un’altra vetrina -: il venerdì sera, dalle 21 in poi, il centro è pieno di gente, sembrano le due di pomeriggio del sabato, ma poi non compra nessuno. Passano la serata, fanno una passeggiata e poi magari se ne vanno con un articolo da 10 euro in un sacchetto. Praticamente basterebbe una persona per servire chi è realmente interessato ad acquistare, ma il negozio va tenuto sotto controllo e quindi il personale ci dev’essere. Perché i furti, quelli, non mancano mai».

R. M.

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