No ai dibattiti, critiche alla Cominetti

Mai disertare un dibattito, è la frase d’oro che si ripete in questi giorni nel centrosinistra. Simone Uggetti “boccia” senza mezzi termini la decisione di Giuliana Cominetti: la sua avversaria ha comunicato che prima del ballottaggio non parteciperà ai confronti pubblici, perché ce ne sono stati già molti, per evitare inutili strumentalizzazioni e per potersi concentrare sulla battaglia finale stando in mezzo alla gente.

«Io credo che i dibattiti siano stati un momento molto utile - commenta Uggetti -, hanno permesso ai cittadini di farsi un’idea precisa dei programmi. Credo sia un atteggiamento di civile confronto democratico. Mi spiace per questa decisione, mi sembra poco rispettosa nei confronti di chi voleva organizzarli, spero che Cominetti ci ripensi e ritorni sui suoi passi, perché con il suo comportamento priva i cittadini di un’occasione di confronto». Uggetti ha già confermato alla Rai la sua presenza alla tribuna elettorale del 5 giugno, Cominetti non ha ancora deciso cosa farà. «Io sono sempre disponibile per tutti - aggiunge Uggetti -, uno non può essere vicino alla gente solo nelle situazioni più comode, ma sempre! Bisogna essere pronti all’incontro e al confronto, è un po’ l’essenza della democrazia. C’è sempre stata la possibilità nel primo turno di dire serenamente ciò che si pensava, non c’è motivo alcuno per evitarli, se non forse la volontà di fuggire».

La sua coalizione lo sostiene senza esitazioni, “Sel per Lodi” ha spesso sventolato la bandiera della partecipazione nel corso della campagna elettorale: «Stare in mezzo alla gente è importante - sostiene Michela Sfondrini, libraia con 241 preferenze - ma non è meno importante confrontarsi. È giusto dare ai cittadini l’opportunità di ascoltare ciò che pensano le due parti rimaste in campo e quali sono i punti qualificanti delle loro proposte per la città. Prima i candidati erano sette, oggi ce ne sono due e lo spazio per andare a fondo e sviscerare le proprie idee è maggiore, si potrebbe permettere anche al pubblico di intervenire con delle domande».

Simone Uggetti, Sergio Tadi e Andrea Dardi sono gli unici tre candidati che hanno partecipato a tutti i dibattiti pubblici organizzati prima dell’apertura delle urne, 12 in tutto. «Il confronto è utile anche perché fa trapelare le emozioni e l’intensità di una persona - dice Tadi -. Se fossi stato io al ballottaggio, l’avrei richiesto, per sottolineare le divergenze rispetto all’avversario».

«Partecipare mi sembra un atto di cortesia e di dovere - aggiunge Dardi -, negarsi è un po’ come fuggire e nascondersi. Cominetti deve stare tra la gente? E allora in questi 13 anni dove è stata?».

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