Nel palazzo di giustizia a Lodi un altro positivo

Intanto gli avvocati di Milano disertano le udienze in tribunale a Lodi per l’emergenza Covid

Carlo Catena

Un positivo in più, ma anche uno in meno, nel palazzo di giustizia di Lodi: ieri è arrivato l’esito del tampone per un amministrativo del tribunale, che era già a casa da una decina di giorni in quarantena fiduciaria a seguito della positività di uno stretto familiare. L’Ats gli ha comunicato che anche lui era positivo.

Già dal primo giorno di assenza il suo ufficio era stato sanificato: «Non sarebbe stato obbligatorio, sentito anche il medico competente - spiega la presidente vicaria del tribunale Elena Giuppi - ma la prevenzione non è mai troppa». Da ieri è stata incrementata la fornitura di mascherine di tipo chirurgico ai dipendenti, una al giorno, mentre il sindacato Confsal Unsa ha chiesto un incontro urgente sia alla presidente vicaria del tribunale di Lodi sia alla presidente della corte d’appello di Milano Marina Anna Tavassi.

Si è invece negativizzato, e quindi potrà tornare al lavoro, il vice procuratore onorario che tre settimane fa non aveva potuto partecipare alla tornata di sierologici della Procura di Lodi, perchè impegnato altrove nella professione di avvocato e che, rivoltosi a un ospedale, era stato mandato direttamente a fare il tampone (dato che aveva già fatto un sierologico appena tre mesi prima con esito negativo) ed era risultato debolmente positivo. Giudice e cancelliere che avevano celebrato un’udienza con lui erano rimasti a casa non appena informati della Presidenza e poi, sottoposti a tampone a loro volta, erano risultati negativi. Si moltiplicano però i casi di udienze rinviate, per avvocati che dichiarano di essere impediti perchè in quarantena piuttosto, e capita per i legali milanesi, di non voler scendere a Lodi per «emergenza covid».

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