Nel Lambro oltre 100 scarichi abusivi

Il grande malato della pianura Padana, il Lambro, già colpito a morte con lo sversamento di idrocarburi del febbraio 2010 della Lombarda Petroli di Villasanta, non può scorrere in pace. Nell’aprile 2011, erano 102 gli scarichi non autorizzati, e in fase di accertamento, che si tuffavano nelle sue acque lungo tutta l’asta e rilevati nei monitoraggi costanti dell’Arpa, delegata all’attività operativa di verifica sulla qualità dell’acqua.

I dati sono stati comunicati, giovedì pomeriggio, dall’assessore provinciale Matteo Boneschi, che in aula ha risposto a un’interrogazione del consigliere Idv Vincenzo Romaniello sullo stato di salute dei corsi d’acqua del territorio. «Anche in vista dell’appuntamento dell’Expo 2015 in cui il Lodigiano sarà chiamato a svolgere il suo ruolo e a puntare sulla sua vocazione turistica - ha detto il consigliere Idv che ha sollevato l’argomento -, l’auspicio è che la situazioni migliori anche per il Lambro e che tutti possano fruire dei nostri fiumi».

Per il Lambro, però, la situazione è lungi dall’essere rosea. «Il dato sugli scarichi non autorizzanti emerso nel progetto Lambro è agghiacciante - ha ribadito la titolare all’ambiente per palazzo San Cristoforo, Elena Maiocchi che, in sua assenza, aveva delegato il collega a rispondere -: più di 100 scarichi scoperti nel 2011 e tutti da verificare su tutta l’asta del fiume, che comunque attraversa il nostro territorio, è un dato allarmante e da parte nostra l’attenzione è alta. E lo è per tutti i fiumi che attraversano il Lodigiano».

Tra i dati diffusi dall’assessorato, quelli sulla rete dei controlli attivati per la qualità dell’acqua che, dal 2009, «viene controllata sulla base di una nuova rete di monitoraggio che in Lombardia prevede 293 punti di controllo su canali e fiumi e 44 su laghi e bacini - ha spiegato ancora l’assessore -: da tutte le rilevazioni è emerso che lo stato non ottimale del fiume Lambro, individuato come zona prioritaria di intervento e riqualificazione».

Meglio le condizioni del Po e dell’Adda, il lavoro di monitoraggio sarà incrementato con altri 30 ulteriori punti di controllo su tutti e tre i fiumi, ma anche sulle entrate terminali dei loro affluenti. «Non si può abbassare la guardia - ha aggiunto l’assessore Maiocchi -: per il fiume Adda, ad esempio, insieme al collega Boneschi, abbiamo creato un tavolo di lavoro a cui partecipano il Parco Adda Sud, le associazioni che si occupano del fiume, le guardie ecologiche volontarie. Se dal punto di vista normativo è la polizia provinciale ad intervenire e sanzionare, i volontari e la gente che vive il fiume può essere fondamentale per segnalare situazioni a rischio e gli scarichi abusivi. Perché se anche l’Adda non è nelle condizioni del Lambro, i rischi ci sono e la tutela è fondamentale per preservare l’ecosistema che lo popola».

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