
Un “cimitero” di saracinesche abbassate con la scritta “affittasi”, anche se poi è appunto l’affitto a rivelarsi una vera e propria spada di Damocle sulla testa dei commercianti. Nel centro storico i negozi che non hanno ancora trovato un inquilino sono numerosi, solamente in via Incoronata tre attività hanno detto addio nel giro di poco tempo ai loro clienti, tra queste anche l’ormai storica profumeria.
Ai piedi del Duomo, soprattutto negli ultimi anni, il “turn over” del commercio è sempre stato elevato: i negozi aprono, resistono per alcuni mesi, nella migliore delle ipotesi un anno, e poi chiudono. In alcuni casi è colpa della crisi e dell’agguerrita concorrenza dei centri commerciali, altre volta conta la difficoltà di far fronte a tutte le spese, altre volte ancora il problema è l’affitto esorbitante.
Come detto, tutto dipende dal proprietario e dalla sua flessibilità nel contrattare. Gli operatori che gestiscono il mercato degli affitti sostengono che molte volte i proprietari preferiscano tenere i locali vuoti piuttosto che abbassare il costo dell’affitto, soprattutto quando affittare dei muri non è la loro priorità.
Corso Roma, la via per eccellenza del centro storico, è divisa a metà: la prima parte, quella vicina alla piazza, è la più vivace dal punto di vista dello shopping e non a caso le sue vetrine restano difficilmente vuote; la seconda, al di là di via XX Settembre, è caratterizzata da costanti arrivi e partenze, recentemente hanno fatto le valigie la trattoria e un altro piccolo negozio. In via Solferino, ci sono ancora degli immobili che aspettano di essere affittati, uno si trova di fianco al regno dei giocattoli di Egidio e l’altro dove tempo fa era stata allestita una sala giochi; in via Garibaldi i locali del vecchio Discobolo sono abbandonati da diversi anni; in via Colle Eghezzone, sotto il portico, se ne sono andati gli uffici e l’attività specializzata in abbigliamento per danza.
Anche corso Mazzini si trova spesso al centro di cambiamenti, questa volta il cartello “affittasi” ha fatto la sua comparsa sulle vetrine de “Le mille bolle blu” e “Mare nostro” la prima specializzata nella vendita di detersivi alla spina, la seconda nella vendita di pesce; aspettano un nuovo gestore anche i locali dell’ex “Paradiso dei dormiglioni” e di “Videoplanet”, storica videoteca della città, mentre in viale Piacenza i muri dell’ex Fuori Lodi, la paninoteca che si è trasferita al di là del ponte, sono ancora sfitti. Corso Mazzini ha visto il recente sbarco del Caffè Move, che ha preso il posto del sushi bar, oltre alla novità dei centri massaggi gestiti da cinesi. «É difficile spendere meno di mille euro per l’affitto - dicono alcune delle persone che lavorano proprio su questa strada -, qualcuno paga 700 euro, altri 1.200, dipende dai proprietari, a volte riesci a trovare un immobile a 700 euro al mese ma poi magari devi fare dei lavori di ristrutturazione all’interno».
In realtà, alcuni commercianti non hanno mai nascosto la loro opinione su ciò che considerano il vero guaio del centro storico: l’assenza di parcheggi e l’incapacità di rendere più accogliente il cuore di Lodi, attirando la curiosità dei cittadini dei centri vicini. Il comune, che ha sempre contrastato questa teoria, ha deciso di puntare, insieme all’associazione di categoria, sul progetto del distretto urbano del commercio, destinato a cambiare l’immagine della città.
Negozi sfitti, la situazione nel centro di Lodi continua a peggiorare: è un cimitero di saracinesche abbassate
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