
Negozi, un “deserto dei tartari”
Tra corso Roma e via Marsala strage di saracinesche
n Un “deserto dei tartari” ma in pieno centro storico. Tra via Marsala e quell’ultimo pezzo di corso Roma che porta in via Paolo Gorini, le saracinesche abbassate non si contano più. Un piccolo cimitero di “affittasi”, anche se in passato più di un negoziante ha risposto “sì” all’annuncio ma poi ha dovuto arrendersi all’evidenza.
Proprio alla fine di corso Roma, la via più “chic” per eccellenza, si contano una dopo l’altra almeno cinque vetrine ormai buie: nella prima si vendevano ceramiche, nella seconda i titolari si sono trasferiti qualche metro più in là, nella terza brillavano collane, braccialetti e si facevano piercing, nella quarta si cucinava per una tavola calda e nell’ultima si pensava alla bellezza grazie a un centro estetico.
Tra chi apre e chi chiude, c’è anche chi prova a trasferirsi in un punto del cuore di Lodi più visibile e redditizio. I negozianti che restano allargano le braccia, perché dal loro punto di vista le idee per cambiare la situazione ci sono e sono già state avanzate. E non costituiscono nemmeno un lungo elenco.
«Si potrebbero mettere anche qui le fioriere, che invece sono state sistemate in corso Roma e corso Vittorio Emanuele - commenta Lucilla Buzzini di Mandala, negozio dall’atmosfera orientale -. Il fiume di gente è tutto dall’altra parte, anche perché la maggior parte delle persone si ferma a metà e poi torna indietro. Anche le luci non guasterebbero, le luminarie le hanno messe anche qui ma le spengono prima. Almeno per il week end si potrebbe pensare a un cambiamento della viabilità, per favorire il passaggio anche dove ci sono le nostre attività». Per alcuni basterebbe anche solo un esperimento, giusto per vedere “l’effetto che fa”.
Al posto degli esercizi di un tempo, in fondo al corso Roma hanno fatto la loro comparsa diversi uffici, a partire da quelli delle banche, per arrivare poi alle agenzie immobiliari. «C’è anche un altro discorso da fare - dice L’Ottico, Maurizio Reccagni, che gestisce il negozio insieme al figlio Cristiano -, gli affitti sono piuttosto alti e anche questo aspetto conta. Gli eventi, poi, sono realizzati sempre di là, sarebbe opportuno coinvolgere anche questa parte del centro storico. Soprattutto in un periodo come questo, dove si va avanti pur con le difficoltà». Lo “spartiacque” tra il cuore di Lodi che batte e quello che invece è in affanno si trova in corrispondenza dell’istituto Maffeo Vegio. In via San Martino, la piccola strada che collega il corso Roma a via Marsala, c’è chi la pensa allo stesso modo.
Le vetrine spente senza più inquilini si trovano anche in via Marsala, la maglieria si è spostata di qualche metro, così come qualche altra attività ha scelto un altro punto del centro storico dove continuare a lavorare. Il cartello “affittasi”, però, spunta anche da queste parti. «Anche questo è centro storico, eppure bisognerebbe fare di più per incentivare i cittadini a curiosare - dicono da Pomati, dove con pasta e ravioli si prendono per la gola i lodigiani -, ormai noi siamo qui da una vita e abbiamo il nostro giro di clienti, però con la crisi che c’è sarebbe di certo un aiuto per tutte le attività. I parcheggi, l’illuminazione, qualche evento in più che coinvolga anche noi potrebbe dare una mano».
Greta Boni
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