Muratori condannati per estorsione

Pregiudicati, volevano 90mila euro da un assicuratore

Due condanne per estorsione, a tre anni e sei mesi e a un anno e otto mesi di carcere, senza sospensione condizionale, per la vicenda delle continue pretese di pagamenti che un assicuratore di Lodi avrebbe subito da due artigiani edili. L’assicuratore aveva fatto ristrutturare una villetta in Lodi e, a suo dire, avrebbe pagato ai due, S.C., 43 anni, piastrellista, originario del Sud, e L.V., 50, impiantista, quanto pattuito. Ma a un certo punto il 43enne avrebbe cominciato a chiedergli altro denaro, 90mila euro secondo l’accusa, arrivando al punto di aggredirlo nel suo ufficio. A quel punto l'assicuratore, A. l’iniziale del suo cognome, si era rivolto ai carabinieri e il gip, nel febbraio del 2010, aveva disposto il fermo di indiziato di reato di S.C., per l'ipotesi di estorsione: era infatti emerso che l'uomo, artigiano edile, era già gravato da precedenti penali, e che era stato denunciato anche da un avvocato di Melegnano per un “malinteso” simile, sempre in materia di pagamenti. Secondo la procura della Repubblica le richieste di denaro da parte del 43enne sarebbero state accompagnate anche da minacce di morte, rese più convincenti mostrando un’arma e usando violenza. Secondo la difesa, invece, si sarebbe trattato al massimo di “esercizio arbitrario delle proprie ragioni“. Ma nel corso delle indagini l’accusa di concorso in estorsione era stata mossa anche a L.V., artigiano che, sia pure gravato da un solo precedente penale definito «minore» dalla difesa, secondo l’accusa avrebbe a sua volta chiesto soldi all’assicuratore, sempre per lavori eseguiti nella villa. L.V. è sempre rimasto a piede libero e ha pagato un risarcimento all'assicuratore. Di questo, oltre che di un ruolo descritto dagli inquirenti come secondario nelle minacce e nelle violenze, il gup Isabella Ciriaco sembra aver tenuto conto, condannandolo, per rito abbreviato, a un anno e 8 mesi di carcere.

Più grave è invece apparsa la posizione di S.C., condannato, sempre considerando lo sconto di un terzo della pena derivante dal rito abbreviato, a tre anni e sei mesi.

L’avvocato Pietro Gabriele Roveda, che difende i due artigiani, preannuncia l'appello: «I fatti sono stati ingigantiti, c’è stato un risarcimento e spero di ottenere in secondo grado un verdetto più mite».

© RIPRODUZIONE RISERVATA