
Maurizio Misitano: «Papa Leone XIV: per lui le persone sono tutte uguali e importanti» VIDEO
Parla il direttore della fondazione degli agostiniani nel mondo, ex studente del Gandini di Lodi: «Ieri, una visita a sorpresa del Santo Padre in curia. Ha pregato e condiviso il pranzo con i suoi confratelli, poi ha voluto incontrare tutti i laici che lavorano lì»

Lodi
Papa Leone XIV ieri ha visitato i suoi confratelli agostiniani e poi, a sorpresa, ha voluto incontrare anche i laici che lavorano lì.
Abbiamo parlato con Maurizio Misitano, direttore della fondazione degli agostiniani nel mondo che ha lavorato a lungo con l’allora padre Francis Robert Prevost. Misitano è un ex studente del liceo Gandini di Lodi ed è vicepresidente dell’associazione Lelia del capoluogo lodigiano. Spesso torna a Lodi a incontrare i suoi amici ed ex compagni di scuola.
Insieme all’attuale Papa Prevost Misitano ha portato avanti tanti progetti a sfondo solidaristico nei paesi poveri del mondo, con lo scopo di costruire ponti e abbattere le ingiustizie sociali.
«Quella di ieri - racconta Misitano, ancora significativamente emozionato - è stata una visita inaspettata, ancora più inaspettata per noi laici. Il Papa aveva comunicato ai confratelli che avrebbe passato una giornata con loro. È arrivato in tarda mattinata, hanno fatto la messa e pranzato insieme. Il tutto è avvenuto a porte chiuse, cancelli chiusi, senza stampa. Poi la notizia è trapelata all’esterno, ma i materiali che sono circolati sono stati realizzati dal fotografo degli agostiniani. Questo proprio perché ha voluto passare un momento molto privato con i suoi confratelli».
«Il Papa poi ha chiesto esplicitamente di salutare tutti i laici che lavorano per la famiglia degli agostiniani»
Il Pontefice ha incontrato Misitano e Simona Cipriani, responsabile della raccolta fondi, che lavorano per l’ordine e gli altri laici, dal personale della portineria e della cucina, agli addetti alle pulizie e al giardinaggio.
«Abbiamo scambiato due parole lì nel corridoio, davanti alla nostra sala da pranzo che è di fianco al refettorio della curia - spiega -, ci siamo salutati. Non ha nascosto il suo stupore nell’essere Papa e ha ringraziato per il lavoro che facciamo come fondazione per la Chiesa e per le persone. L’incontro con noi laici non era in programma, è stato proprio un suo desiderio esplicito di vederci».
«L’ho guardato e ho detto: “Santo Padre, che dire”, “Guarda non dire nulla - ha risposto -, che nemmeno io so cosa dire”. Poi io ho aggiunto: “Adesso ci tocca lavorare ancora di più per la fondazione”».
«Nei nostri confronti è come se non fosse cambiato niente, si è comportato esattamente nella stessa maniera. Si comporta nella stessa maniera dal 2008 quando l’ho conosciuto: sempre con la stessa gentilezza e affabilità, ma consapevole del fatto che adesso lo chiamiamo Santo Padre e di quello che rappresenta. Ci ha lasciati liberi di chiamarlo come ci sentivamo».
«È stata una grande emozione, non era dovuta - aggiunge il direttore -, magari in futuro ci saranno una messa o altro, ma un momento così intimo non me lo aspettavo. Ritengo che sia stato un gesto molto bello voler incontrare i laici: per lui le persone sono tutte importanti e uguali aldilà del ruolo. Questo è molto bello. L’altro giorno in Tv un vescovo ha detto che lui si sentiva l’ultimo “pincopallo qualunque”, “invece Prevost - ha ricordato il presule - è venuto da me per incoraggiarmi”. Chiunque è importante, il Papa dà importanza a tutti per quello che fanno».
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