Massimo Iussa, il gigante buono ucciso dal collega a San Donato

Era il “gigante buono”, quello che «interveniva ogni volta che c’era da difendere qualcuno», Massimo Iussa, 49 anni, vicecomandante della Polizia Locale di San Donato Milanese solo da pochissimi giorni – qualcuno dice che ancora non era nemmeno ufficiale, quella nomina che «s’era meritato, eccome», lo descrivono tutti così. Aria da duro, fisico imponente ma “un cuore d’oro” Iussa era originario di Gemona ma aveva vissuto per anni a San Donato Milanese dove ha frequentato l’Itis Mattei prima di laurearsi.

Era residente a Lodi. A San Donato, del resto, lo conoscevano tutti, figura imponente «sempre impeccabile sul lavoro» dicono, e «disponibile». In tanti lo ricordano con le lacrime agli occhi come «immagine del comando di Polizia Locale, se pensavi ad un agente, pensavi a lui». E sulla sua pagina Facebook sotto l’ultimo post scritto pochi giorni fa in quella che è una chiara presa di posizione politica – Massimo aveva una passata militanza nel centrodestra, e si era fatto il suo nome anche per incarichi assessorili in un comune vicino – si rincorrono adesso le parole disperate di amici e conoscenti. «Dimmi che non è vero», «non ci posso credere non ti meritavi questa cosa». Tante voci, tutte ugualmente sconvolte ed incredule, per una morte «che non ha senso – dice un amico arrivato di corsa al comando di via Cesare Battisti – davvero non ha senso. Era capace di smorzare ogni discussione, perché?».

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