Mascherine indossate, promossi i baristi di Lodi

Su 23 locali presi in considerazione nel centro storico, tutti rispettavano le regole

Greta Boni

Per lei, si può arrivare persino a fare rissa. Solo che non si tratta di una conquista amorosa, ma dell’ormai inseparabile mascherina. Chi non ha sentito almeno una volta, in questi mesi, la fatidica frase “scusi, deve mettersi la mascherina prima di entrare”? In questo clima d’emergenza sanitaria no-stop, i baristi della città del Barbarossa ne escono promossi: ieri mattina, su 23 locali presi in considerazione nella cerchia del centro storico, nessuno dei lavoratori è stato sorpreso senza protezione. Oltre a piazza della Vittoria, il “tour” comprende corso Roma, corso Vittorio Emanuele, corso Umberto, piazza Mercato, via Volturno.

Tenerla tutto il giorno, lo sanno bene i negozianti e tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico, è un sacrificio. Il respiro a volte manca, gli occhiali si appannano, la stoffa a un certo punto prende le sembianze di un bavaglio. Eppure, nel territorio del “paziente 1”, nessuno ieri mattina si è fatto beffa del divieto.

I baristi indossavano regolarmente la mascherina, salvo abbassarla leggermente per “prendere aria” quando soli nel locale o quando al bancone non c’era nessuno. E loro, i clienti? Ieri mattina era giorno di mercato, la gente affollava piazza della Vittoria e molte persone erano sedute ai tavolini all’esterno. Sul gomito, sotto il mento, in borsa, appoggiata da qualche parte sul tavolo: la stragrande maggioranza degli avventori aveva con sè la mascherina, calata solo per consumare e durante la chiacchierata con gli amici. C’è anche chi preferisce farne a meno solo il tempo di un caffè o di un panino, per poi indossarla subito in modo corretto.

Adesso che le mascherine sono diventate un accessorio indispensabile, spiace doversi imbattere nelle numerose mascherine usate buttate per terra. Purtroppo si trovano ovunque: in piena campagna, sui marciapiedi, appese ai rami degli alberi, in mezzo ai piedi di chi cammina. Uno schiaffo all’ambiente, ma pure all’igiene.

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