Manovra, incertezza in tribunale

Tra gli avvocati di Lodi regna l’incertezza. Perché non è chiaro, al momento, l’impatto che la nuova versione della manovra finanziaria avrà sul palazzo di giustizia cittadino. Nel frattempo si fanno i conti e si studia la pianta organica del tribunale di viale Milano: la soglia dei 15 magistrati giudicanti (considerando sia il civile che il penale) dovrebbe essere superata. Ma non è detto che proprio 15 sia la linea di discrimine fra i tribunali che potranno sopravvivere e quelli che invece saranno chiusi. Ammesso che il governo adotti realmente questa scelta. Una cosa è certa: anche la Giustizia dovrà risparmiare, diventare più snella (ammesso che questo sia possibile) e più efficiente. Sarà compito dell’esecutivo Berlusconi riscrivere la geografia giudiziaria italiana, in base alla delega contenuta nella manovra. Ma come questa riscrittura realmente avverrà non è dato sapersi. Qualche primo elemento, emerso nelle scorse ore, potrebbe comunque già essere utile. Circa 650 uffici giudiziari potrebbero essere cancellati o accorpati a sedi più grandi, con un risparmio stimato in circa 60 milioni di euro. Risparmi arriverebbero inoltre da minori contributi ai comuni per le spese di funzionamento degli uffici giudiziari. Il palazzo di giustizia di Lodi, ad esempio, è di proprietà di palazzo Broletto, a cui sono imputate, tra le altre, le spese di manutenzione dell’immobile.

I tempi della riforma non si preannunciano comunque brevi, visto che il governo avrebbe dodici mesi di tempo per attuarla. Gli obiettivi, almeno nelle parole del Guardasigilli Nitto Palma, sembrano però precisi: «L’obiettivo finale - dice - è garantire gli ulteriori risparmi di spesa e l’efficienza del sistema giudiziario nel suo complesso, anche attraverso una sempre maggiore specializzazione dei giudici, realizzabile solo in uffici di medie dimensioni. Auspico - aggiunge - che tutte le parti interessate, dall’Anm all’avvocatura, dai sindacati alle comunità locali, diano prova della loro sensibilità istituzionale verso il bene comune, abbandonando logiche localistiche non più sostenibili e collaborando fattivamente al progetto di revisione delle circoscrizioni giudiziarie al quale stiamo lavorando».

Lor. Rin.

© RIPRODUZIONE RISERVATA