Macché febbre dell’oro, meglio venderlo

Altro che febbre dell’oro, con la crisi ci si sbarazza pure del metallo più prezioso. E tutto per racimolare i soldi necessari a pagare il dentista, le vacanze, le bollette. Alcuni lodigiani si sono già dati da fare: sono entrati in una gioielleria o in un negozio specializzato nella vendita e nell’acquista di oro e hanno detto addio a collane, anelli e bracciali. Del resto, negli ultimi anni, le attività che lavorano nel campo sono spuntate come funghi, non solo in provincia. Altri lodigiani, invece, ci stanno ancora pensando, anche se, viste le quotazioni, i tempi sembrano essere maturi.

«Stiamo raccogliendo tutto quello che abbiamo in casa - raccontano Sara S. e Pierluigi M., due fidanzati che ogni mese devono trovare la quadra tra stipendio e spese da saldare -, in base a una prima stima che abbiamo fatto dovremo riuscire a raccogliere circa mille euro, li utilizzeremo per pagarci una parte della vacanza estiva. Si tratta perlopiù dei regali ricevuti in passato che però non utilizziamo mai, a questo punto si fa di necessità virtù». Perché questa idea? «Non ci avevamo mai pensato prima - sottolineano i due giovani -, da qualche mese a questa parte abbiamo sentito diverse persone che ne parlavano e abbiamo tenuto d’occhio le quotazioni». Ovvero 26 euro al grammo per l’oro 18 carati, una cifra che sale a 36 euro se i carati sono 24. Se invece si tratta solo di 14 carati, allora il valore scende a 20,10 euro al grammo, così come pubblicizzato on line in uno dei siti che seguono il settore.

Una trentenne ha pensato di vendere tutti i suoi preziosi e ha incassato la bellezza di circa 3mila euro: «Una parte dei soldi è finita in un viaggio, qualche giorno a Napoli con la famiglia - racconta -. Da tempo se ne parlava tra colleghe, così alla fine mi sono decisa, soprattutto perché è inutile tenere nel cassetto collanine e bracciali che non si usano più. Sono pur sempre soldi che fanno comodo». Una donna di 43 anni, invece, con la vendita dell’oro ha messo in tasca quasi 4mila euro, subito utilizzati per pagare il dentista: «Un modo per tamponare la spesa».

In tutto lo Stivale ci sono circa 28mila “Compro Oro”, per una media di un negozio ogni 6-7 mila abitanti.

Il volume d’affari di questo tipo di attività ammonta a quasi 10 miliardi di euro all’anno, per un totale di circa 300-400 tonnellate di materiale.

I dati sono stati diffusi dall’Associazione nazionale Tutela i Compro Oro, il primo soggetto in campo per promuovere una normativa adeguata del settore, in grado di contrastare fenomeni criminosi (ricettazione, riciclaggio, usura) senza penalizzare chi svolge onestamente questo lavoro. Una prima proposta di legge è già stata presentata in Parlamento, dopo un anno di lavoro.

E poi c’è anche chi si rivolge al banco dei pegni, qualche volta senza che il resto della famiglia lo sappia.

Dal momento che il passaparola rimbalza di casa in casa, c’è già chi sta “raschiando” il fondo dei portagioie alla ricerca di oggetti preziosi, rammaricandosi del fatto di non averne abbastanza. «Purtroppo in casa non custodisco molti gioielli in oro, ho sempre preferito l’argento ma in questo momento mi avrebbe fatto comodo averli - ammette B.G., impiegata lodigiana -. Ho chiesto anche ai miei genitori se per caso sono interessati, in questo modo possiamo raggruppare qualche collana per guadagnarci qualcosa. È pur sempre un modo per pagare qualche bolletta».

Greta Boni

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