
Lutto nella sanità lodigiana, addio allo storico manager Enrico Tessera
Lodi Si è spento all’età di 86 anni. Fu direttore amministrativo dell’Ussl e consigliere della Banca Popolare di Lodi
Si sono tenuti questa mattina, giovedì 31 luglio, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, i funerali di Enrico Tessera, 86 anni, storico volto della sanità lodigiana, per 15 anni circa direttore amministrativo dell’allora Ussl Lodi, per altrettanti e più membro del consiglio d’amministrazione dell’allora Banca Popolare di Lodi.
Manager tecnico di area Dc, lontano dalla politica di prima fila, era un esperto di amministrazione pubblica e di sanità. Dal 1980 al 1995 circa fu direttore amministrativo dell’allora USSL Lodi, quando ancora il territorio era diviso in tre distretti. In tutto quel periodo lavorò a stretto contatto con Antonio Cuccia, direttore sanitario. «Non sempre eravamo d’accordo sulle scelte, ma abbiamo lavorato benissimo insieme – lo ricorda Antonio Cuccia -. Era un professionista preparatissimo, sempre rapido nell’individuare e mettere in pratica le soluzioni, con una preparazione specifica di ambito sanitario. Abbiamo lavorato insieme fino a quando ci fu l’unificazione dei tre distretti territoriali in uno solo. Allora vennero a Lodi anche i direttori amministrativi di Codogno e di Sant’Angelo, e lui preferì proseguire la carriera altrove». Il passaggio coincise con un cambio di ruolo, quando andò ad assumere l’incarico di direttore generale dell’ospedale di Gallarate, prima di passare all’Ospedale Niguarda di Milano nuovamente con l’incarico di direttore amministrativo.
Per tutti gli anni Novanta e fino al 2005 fu anche nel consiglio d’amministrazione della Banca Popolare di Lodi, di cui seguì l’evoluzione con l’ascesa di Giampiero Fiorani. Concluse i suoi mandati con la trasformazione in Banca Popolare Italiana, prima degli ultimi passaggi traumatici. Abbandonata l’attività professionale, ha continuato a operare volontariamente nella Fondazione Danelli, di cui fu primo segretario. «Ciò che rendeva davvero speciale Enrico era la sua capacità di scegliere anche opere che andassero oltre il semplice fare: opere a favore della comunità – il ricordo del direttore Francesco Chiodaroli -. Enrico lascia un vuoto grande, ma anche una traccia luminosa: quella di una vita spesa bene, per gli altri, per la sua città, per la comunità di Lodi, per i tanti amici». Tra questi, quelli del Lions, cui fu a lungo vicino.
Nel necrologio si legge: «Ha raggiunto la vetta più alta». Un omaggio alla sua grande passione per la montagna e per le scalate di roccia, ma anche un modo di intendere la vita, spingendosi sempre a guardare più in alto e più in là.
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