Luce benedetta per affrontare

l’anno con fede e più speranza

È in una Cattedrale immersa nel buio e nel silenzio che sabato sera il vescovo di Lodi, monsignor Giuseppe Merisi, ha dato inizio alla solenne veglia pasquale. Un’oscurità presto illuminata dal cero pasquale, acceso con il fuoco nuovo, benedetto e acceso sul sagrato della chiesa.

La prima parte della celebrazione della notte di Pasqua - secondo il rito - è infatti dedicata alla liturgia della luce: il Duomo è stato illuminato gradualmente prima dal cero, poi dalle candele nelle mani dei fedeli, infine dalle lampade, richiamando simbolicamente la figura del Cristo risorto, vincitore delle tenebre, del peccato e della morte.

La cappella musicale ha intonato il preconio (annuncio pasquale) e ha poi accompagnato tutta la funzione con il canto e la preghiera. Monsignor Claudio Baggini, vescovo emerito di Vigevano, ha concelebrato con Merisi e i seminaristi hanno prestato il servizio liturgico. Paramenti bianchi e rossi, insieme ai ricchi e colorati fiori sull’altare hanno segnato questa notte di festa, insieme ai rintocchi delle campane, annuncio della lieta notizia.

Alla liturgia della luce è seguita quella della parola, con le letture di brani tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, che hanno ripercorso la storia della salvezza e dell’alleanza tra Dio e gli uomini. La risurrezione di Cristo, narrata nel vangelo di Luca, è stata quindi commentata dal vescovo durante l’omelia: «Siamo invitati a celebrare con fede e partecipazione i misteri di questa notte santa e a riprenderne temi e testi anche domani e nei prossimi giorni, perchè, dopo il dramma del venerdì santo e il silenzio del sabato, si possa aprire la mente alla gioia della risurrezione».

Due sono i propositi suggeriti da Sua Eccellenza per l’impegno cristiano nei prossimi giorni: «Vivere e cantare la gioia della risurrezione, partendo dalla croce di Gesù (non c’è domenica di risurrezione senza venerdì santo) e ricordare la connessione tra il sacramento del battesimo e dell’eucarestia: Benedetto XVI nel suo messaggio di quaresima ha infatti parlato di priorità del battesimo e primato dell’eucarestia».

Non relegare la Pasqua a pura ricorrenza e a momento della tradizione dopo cui voltare pagina - questo l’invito più sentito al termine dell’omelia, prima di lasciare spazio alla parte della liturgia battesimale con la benedizione dell’acqua.

Angela Maria è il nome della giovane catecumena lodigiana, originaria del Togo, che sabato notte è entrata a far parte della famiglia cristiana, ricevendo al tempo stesso anche i sacramenti della confermazione e dell’eucarestia. Pane e vino, dono di Cristo come cibo e bevanda di vita, sono gli ultimi segni della veglia, quelli della liturgia eucaristica con cui si è chiusa la celebrazione, poco prima dell’inizio del giorno di Pasqua.

Angelika Ratzinger

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