«Lotta all’evasione, recuperati due milioni»

Lotta all’evasione fiscale e un piano per il wi-fi in piscina. Ecco i progetti dell’assessore Erika Bressani, esponente Pd in giunta con deleghe a bilancio, innovazione e pari opportunità. «Abbiamo accertato quasi 2 milioni di euro di tributi e imposte non pagate in due anni – sottolinea – il nostro obiettivo è stato quello di puntare a una perequazione fiscale, quindi pagare tutti per poter pagare meno». Sul fronte dell’innovazione ha annunciato l’estensione delle rete Internet pubblica senza fili alla Ferrabini e alla Faustina, oltre che in alcuni parchi di San Fereolo e San Bernardo.

Il livello delle tasse resta alto in città. È possibile prevedere misure di riduzione, ad esempio sull’addizionale Irpef?

«Premesso che l’addizionale Irpef comunale è un decimo di quella regionale, noi l’abbiamo rivista all’inizio del mandato tenendo fermo il principio della progressività impositiva. Se le condizioni lo consentiranno cercheremo di rivedere i criteri, ma in questo quadro di incertezza è davvero difficile fare previsioni. Solo nel 2014, per fare un esempio, la materia tributaria è cambiata nove volte. Per il momento abbiamo lavorato molto sulla perequazione fiscale, che è la lotta all’evasione».

Quali sono i risultati di questo progetto?

«Abbiamo accertato quasi 2 milioni di euro di tributi e imposte non pagate in due anni. Il progetto è stato suddiviso in tre tronconi. Grazie all’impegno degli uffici comunali abbiamo recuperato, in primo luogo, 1 milione di euro di non versato sulla vecchia tassa rifiuti, la Tarsu. Poi ci siamo affidati alla cooperativa Fraternità e sistemi, del Bresciano, che ha messo a disposizione il suo personale che lavora nei nostri uffici: da agosto ad oggi questa attività ha permesso di accertare quasi 800mila euro da Ici e Imu non pagate. Il terzo passo si è concentrato sulle verifiche svolte dall’Ufficio tributi del Comune sull’Imu, che ha permesso di accertare altri 120mila euro».

Come avete fatto a scoprire questi evasori?

«Abbiamo fatto una comparazione di banche dati. L’innovazione ci ha salvato. Se non fossimo partiti dall’incrocio di banche dati non avremmo avuto queste evidenze. Abbiamo incrociato le banche dati dell’Ufficio anagrafe con quelle tributarie, poi controllato questi elementi con le informazioni dell’Agenzia delle entrate. Abbiamo verificato anche i contratti di locazione, i contratti di energia elettrica e il catasto, oltre ai dati della Camera di commercio. È un progetto molto sistematico e strutturato».

Ma chi sono questi evasori che avete scoperto?

«Sono persone normalissime, diverse sono ditte del territorio. A volte non pagano per degli errori, a volte è emerso che negli anni passati non avevano la liquidità per saldare il dovuto, anche a causa della crisi economica. Tra questi c’è ovviamente qualcuno che ha tentato di fare il furbo, diciamo che ci ha provato. Ad esempio il fatto che alcune aziende pagassero quasi immediatamente una volta che veniva inoltrato loro il modulo dell’accertamento mi porta a dire che sapevano benissimo ciò che stavano facendo. In generale comunque non ho trovato grosse furberie o ostilità nei versamenti».

Rimane però la morosità sui canoni di affitto delle case popolari…

«Abbiamo proprio di recente accertato 500mila euro di affitti non pagati. La morosità è di circa il 40 per cento su base annua. Nelle ipotesi di gestione del personale comunale, c’è anche in programma un rafforzamento dell’Ufficio patrimonio dal punto di vista amministrativo. Stiamo valutando di concentrare in unico sportello il coordinamento di tutte le entrate dell’ente locale, un ufficio che potremmo chiamare ufficio entrate, che si occuperebbe anche degli affitti».

Quante sono le case cosiddette “di lusso” a Lodi. E l’anno prossimo pagheranno ancora le tasse sulla casa?

«Le case di lusso in città sono veramente pochissime: una quindicina. Sui tributi comunali ammontano a circa 35mila euro su oltre 3 milioni di euro. In merito al progetto di perequazione catastale che stiamo studiando, vogliamo concentrare poi l’attenzione su una serie di immobili che hanno avuto un declassamento catastale. Ad esempio risulta che in città ci sono quasi 2mila case che per il catasto non hanno il bagno, immobili figli di accatastamenti fatti nel passato. Per quanto riguarda la tassazione vedremo cosa uscirà ufficialmente dalla legge di Stabilità, una volta che sarà approvata in via definitiva».

La tassa sulla prima casa non si dovrebbe però pagare più dal 2016. Siete preoccupati per la tenuta dei conti del Broletto?

«Io sì, anche se gli ambienti Anci (Associazione dei comuni italiani, ndr) sono abbastanza tranquilli perché il codice tributo della Tasi è molto chiaro e quella cifra dovrebbe essere rimborsata ai Comuni senza problemi. Per Lodi la tassa sulla prima casa vale circa 3 milioni e 500mila euro. Senza questi soldi non chiudiamo il bilancio».

Per il futuro avete in mente un’ulteriore revisione della spesa in Broletto?

«Abbiamo in mente dei progetti per puntare ad una maggiore efficienza, come ad esempio la creazione di un ufficio entrate, o l’utilizzo dell’innovazione e delle nuove tecnologie per utilizzare meglio il personale dell’ente. Quest’anno e nel 2016 ci saranno diversi dipendenti che andranno in pensione. I servizi vanno garantiti e per questo grazie all’innovazione cercheremo di organizzare meglio l’ente».

Ci sono servizi che vengono coperti solo in parte dalle tariffe degli utenti. In futuro rivedrete i criteri?

«Sono spesso servizi a domanda individuale, che riguardano le politiche sociali, le politiche famigliari o l’istruzione. Al momento non avrebbe senso rivedere i criteri. E poi vengono pagati sulla base del principio di progressitività».

Come stanno i conti delle partecipate? Lodinnova resta in forte difficoltà...

«Il Comune di Lodi è socio minoritario di Lodinnova, noi non abbiamo la governance di quella società, tanto che non è stata inserita nel perimetro del bilancio consolidato dell’ente. Sappiamo però che i soci stanno lavorando per trovare una soluzione. Il vero nodo è capire se quella società possa avere un futuro. Il Broletto non può ripianare le perdite».

Un’altra delle sue deleghe è l’innovazione. Quali sono i progetti per il futuro?

«Dal 2016 contiamo di partire in via sperimentale con il pagamento elettronico anche per molti servizi comunali. Vorremmo ad esempio dare la possibilità di saldare tramite web o con il telefonino la refezione scolastica, il trasporto scolastico e anche le luci votive. Tutto questo dipenderà dal progetto il “nodo dei pagamenti”, che è un piano nazionale che attende da tempo di essere varato e dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno per tutta la pubblica amministrazione. Sarà creata una banca dati nazionale a cui aderiremo».

A che punto è invece il piano per allagare la rete web senza fili in città?

«Vogliamo allargare il wi-fi ai parchi pubblici e alle piscine. Nel 2016 contiamo di portare la rete alle due vasche scoperte Ferrabini e Faustina, mentre per quanto riguarda le aree verdi, oltre all’Isola Carolina (in questo il progetto sarà completato dopo la ristrutturazione) il piano riguarda il parco dell’Amicizia di San Fereolo e il giardino di Hadir a San Bernardo. Alla stazione il wi-fi sarà realizzato tramite un accordo tra la società Centostazioni e il nostro fornitore che è Freeluna. Stiamo valutando anche di allacciarci alla fibra, selezionando un operatore qualificato. L’accesso al wi-fi è democrazia».

Sulle pari opportunità cosa pensa di aver fatto di diverso rispetto al passato?

«Sicuramente il progetto antiviolenza. Chi mi ha preceduto aveva dato il supporto morale all’iniziativa. Questo assessorato, sfruttando anche una legge nazionale ha messo a sistema una serie di realtà e in rete le esperienze. Senza voler esprimere un giudizio, è stato un importante cambiamento: abbiamo messo attorno a un tavolo la questura, la prefettura, la procura e altre autorità. Il centro antiviolenza è stato chiamato a testimoniare più volte e in un anno ha accompagnato più di 140 donne, un numero terribile ma anche molto bello, perché significa che la comunicazione sta funzionando. Sempre sulle pari opportunità c’è poi il progetto che ho definito di “Lodi plurale”, perché pari opportunità non è solo di genere, ma significa mettere tutti allo stesso punto di partenza, penso ad esempio ai progetti di prevenzione contro bullismo e omofobia».

L’opposizione vi ha spesso accusati di scarsa trasparenza. Cosa risponde?

«Lo hanno ripetuto tante volte, ma non credo abbiano centrato il punto. Abbiamo organismi di partecipazione che abbiamo ampliato, penso alla partecipazione femminile, a quella dei giovani e della cultura. Abbiamo la consulta dei nuovi cittadini e delle famiglie. Abbiamo avviato un percorso di partecipazione sull’Isola Carolina e il sondaggio on line per piazza Ospitale che è andato molto bene. Accuse che quindi non mi sento arrivino a bersaglio».

Come giudica la sua prima esperienza in giunta? E quali sono i progetti per il futuro?

«È stata un’esperienza faticosa tenere insieme i pezzi. Amministrare non è facile. La cosa positiva è che mi sono sentita parte di una squadra. Sulla mia esperienza futura vedremo, mancano ancora due anni mezzo. Per il momento sono anche organizzatrice del Pd provinciale».

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