Lodigiani al mercato per sfidare la crisi

Risparmio e atmosfera, la ricetta di piazza Vittoria

I lodigiani preferiscono il mercato, ma non è solo una questione di “portafoglio”. Quello che conta è anche l’atmosfera, il girovagare tra le bancarelle e curiosare nel gomitolo di vestiti sparpagliati qua e là. In realtà, secondo uno studio della Camera di commercio di Milano, a causa della crisi in tutta la Lombardia i consumatori preferiscono andare al risparmio, proprio per questo scelgono il mercato.

Nel Lodigiano in questo settore è impegnato un piccolo esercito di quasi trecento persone, 295 per l’esattezza: si tratta di 178 dettaglianti e 117 ambulanti, entrambi specializzati in alimentari. Nel primo gruppo si contano 133 minimercati, 9 supermercati e discount, 36 aziende al dettaglio; nel secondo gruppo ci sono invece 48 attività che si dedicano alla vendita di cibo e bevande, 40 sono quelle a posteggio fisso di prodotti ortofrutticoli e 13 a posteggio fisso di carne e pesce.

A fare la parte del leone, però, sono soprattutto coloro che hanno scelto gli alimentari.

In tutta la regione, invece, gli ambulanti hanno un “peso” pari al 38,5 per cento sul totale delle aziende attive nel settore del commercio alimentare, contro il 33,7 per cento dell’Italia. Sono complessivamente oltre 11.500 le attività impegnate nel comparto, tra piccoli negozi specializzati, supermercati e iper (7.094 ditte) e commercio ambulante (4.436 ditte).

La scorsa settimana ai piedi del duomo, in piazza Vittoria, il mercato ha richiamato come ogni settimana l’attenzione dei lodigiani.

Come sempre tra le bancarelle si aggirano italiani e stranieri, uomini d’affari in giacca e cravatta e signore pronte a fare la spesa, ragazze in cerca della buona occasione e persone semplicemente a spasso per godersi la bella giornata.

«Ci sono alcune cose particolarmente convenienti - dice la signora Rita, di fronte a una cascata di magliette e pantaloni -, come per esempio le scarpe, bisogna saper valutare. La frutta e la verdura sono eccezionali, ma non sempre il prezzo è basso». Tra gli acquirenti c’è chi invece non può fare a meno del fruttivendolo, perchè «si paga la qualità e poi la merce è sempre ben selezionata».

Vanna si aggira sotto i tendoni, sicura di non potere resistere senza il suo mercato: «Io acquisto solo dagli ambulanti - racconta -, vado pazza per il mercato. Tutti i miei vestiti arrivano dai mercatini, ci vuole occhio, certo, ma mi diverto, non potrei mai andare nei negozi. Non spendo mai più di 10 euro». Per lei quello che conta è l’universo che si muove tra le bancarelle, dove contano anche i rapporti umani. Un’ambulante si stupisce nel sentire le parole di Vanna: «È la prima volta che qualcuno ci elogia». Dal suon punto di vista, soprattutto negli ultimi anni, anche i commercianti all’aperto hanno sofferto per colpa della crisi.

Le donne non tolgono le mani dai cestoni stracolmi di abiti a prezzo stracciato, soprattutto dove spunta la scritta “capi firmati”. Una ragazza con l’accento dell’est è ferma alla bancarella “tutto a un euro”, dove si trovano prodotti per la casa di vario genere: «Costa poco comprare qui, tanto si sa che le cose si usano due o tre volte e posi sono da buttare, per quello che si è pagato va bene così. Altrimenti...come si fa?».

Di sicuro al mercato ci si diverte, non passa inosservato il cartellone giallo esposto da un giovane commerciante di scarpe: «Il mondo finisce nel 2010, ma con queste ballerine ai piedi troverai la salvezza».

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