LODI/Caro bolletta - «Coperte ai clienti nel dehors al posto dei funghi riscaldanti»

A “La dolce meta” la titolare ha deciso da subito di ridurre da subito la produzione del gelato

Bar, pasticceria e gelateria al servizio dei lodigiani: “La dolce meta” di Lucia Nappi è un’altra delle attività del capoluogo che sta tirando la cinghia pur di sopravvivere al caro-bollette. Dei tre espositori di gelato in vetrina, la titolare ha cercato di risparmiare mantenendone acceso soltanto uno, ora che non è più estate e la richiesta è andata via via diminuendo. «Sto pensando addirittura di fermare la produzione del gelato nei mesi più freddi» confida rammaricata la titolare, messa alle strette da una situazione da cui non vede ancora una via di uscita. Calde coperte per scaldare i clienti da servire nel dehors per limitare l’uso delle lampade riscaldanti da esterno durante l’inverno e una sola postazione per il lavaggio di stoviglie e utensili della pasticceria, al posto di tre: «Ho spento due dei tre boiler dell’acqua calda: non è certo una soluzione al problema - dice la titolare -, ma le stiamo pensando tutte, senza sapere neppure quanto effettivamente riusciremo a risparmiare dato che normalmente le stufe elettriche, ad esempio, ci costavano già mille euro al mese. Per scaldare il gazebo quest’anno arriveremo a spendere almeno 5mila».

La fatica del lavoro di una vita sgretolarsi tra le mani è il peso più difficile da sopportare dice la titolare che riferisce di un credito d’imposta istituito dallo stato, ma molto difficile da ottenere: «Le pec sono ingolfate e i conteggi sono difficili da avere per cui più che trattarsi di un aiuto, è un rebus».

Con mantecatori, abbattitori forni e lievitatrici in funzione per la pasticceria sempre operativa, il bar di San Fereolo sta cercando di ottimizzare anche sulle informare delle produzioni: «Cerchiamo di ottimizzare, evitando di tenere acceso un forno da 30 Kw per una torta soltanto. Ci siamo riorganizzati per tamponare le spese ma di certo non andremo a risparmiare sulla qualità delle nostre produzioni: un aspetto che la clientela ci riconosce e che ci rende orgogliosi del nostro lavoro».

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