Lodi vuole abbattere la “Muraglia”

Abbattere la “muraglia”, un complesso troppo ingombrante per la città del Barbarossa. E riqualificare completamente l’intera zona, nel quartiere di San Fereolo, ricavando un numero maggiore di case popolari. È il sogno dell’amministrazione comunale, che per il momento sta solo verificando la possibilità di attuare il progetto, un’operazione in stretta collaborazione con l’Aler e la Regione Lombardia. Del resto, la maggior parte dei lodigiani questa “muraglia” non l’ha mai sopportata: pessimo l’impatto visivo, carente la manutenzione e, soprattutto in passato, un viavai poco rassicurante nei meandri dei suoi corridoi.

A svelare l’ipotesi è stato il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, insieme all’assessore Enrico Brunetti; i due ieri mattina hanno partecipato al convegno “Quante case per quali domande”, organizzato dalla Cisl e dal Sicet, il sindacato degli inquilini, per presentare la ricerca realizzata con il Politecnico di Milano sul fabbisogno di abitazioni nel territorio.

Guerini nel suo intervento ha spiegato quali sono state in questi anni le scelte della giunta e ha illustrato come sarà concepita la politica abitativa in futuro, soprattutto per quanto riguarda l’edilizia sociale. «Abbattere la “muraglia” è un sogno e una scommessa - ha detto il primo cittadino, facendo riferimento a uno degli insediamenti più discussi del capoluogo -, chi è lodigiano sa bene il motivo, una “stecca” di mattoni molto lunga diventata l’emblema di come non deve essere questa città. Stiamo lavorando a un progetto di ampio respiro molto ambizioso. In futuro l’amministrazione vorrebbe privilegiare i piccoli investimenti nei diversi comparti di Lodi, disseminando quote di edilizia sociale, rivolta anche ai casi di marginalità, in questo modo la situazione dovrebbe essere anche più gestibile. Non dobbiamo dimenticare che oltre alle giovani coppie e agli anziani ci sono casi più difficili, che rischiano spesso di diventare complicati e di dare l’immagine di un’edilizia sociale in cui non è bello vivere». Guerini ha sottolineato il fatto che la casa sembra non essere più un tema rilevante per l’agenda di governo e che troppo spesso il problema del consumo di suolo sia affrontato in modo ideologico o “emotivo”, senza un serio ragionamento alle spalle. Il primo cittadino ha difesa il Piano di governo del territorio adottato, un documento che dal suo punto di vista scommette sulla ripresa. L’assessore Brunetti ha spiegato che il Comune ha iniziato a lavorare sul progetto della “muraglia” a gennaio, l’intervento permetterebbe di ricavare più alloggi di edilizia sociale ma al momento non ci sono dettagli precisi su come si intende procedere. Si dovranno infatti gestire le 80 famiglie che vivono nel condomino. «È un piano di ampio respiro che potrebbe richiedere molte risorse - ha detto Brunetti -, non sappiamo se si potrà attuare oppure no. Al momento stiamo facendo uno studio preliminare di fattibilità per la riqualificazione del comparto, già all’attenzione dell’amministrazione». Brunetti ha ricordato che i prossimi interventi del Comune porteranno una trentina di alloggi in più: «È poco, ce ne rendiamo conto, le richieste per l’edilizia sociale sono 530 ma faremo di tutto per riuscire a dare una valida risposta».

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