Lodi, viaggio nei luoghi dell’abbandono

Palazzi, sottopassi o semplicemente scorci di città che con il tempo si sono guadagnati il “pollice all’ingiù”. Bocciati dai lodigiani perché sporchi oppure dimenticati, angoli che per qualche residente dovrebbero essere riqualificati, spesso senza interventi d’impatto e senza spese esagerate.

Il viaggio tra le “brutture” parte dal centro storico, in questo caso è impossibile dimenticarsi della passerella che collega via Paolo Gorini con la città bassa, un’opera che da anni cade a pezzi: le infiltrazioni sono solo uno dei problemi, la manutenzione della struttura è praticamente assente e adesso non c’è nemmeno più la porta di accesso che di sera veniva regolarmente chiusa la sera. Graffiti, rifiuti e vestiti abbandonati completano il quadro.

Nel cuore di Lodi, inoltre, anche se è di proprietà privata, alcuni abitanti si lamentano di quello che è conosciuto come “palazzo Telecom”, in via Garibaldi, per la sporcizia e per gli insetti che spesso e volentieri ne contraddistinguono l’accesso.

Spostandosi nella zona dei Laghi, la maglia nera spetta ancora una volta al parchetto di quartiere. Più di un cittadino ha fatto sentire la sua voce per la presenza di ubriachi all’interno dell’area verde e per l’assenza di controlli.

Una situazione che si replica anche alle spalle della stazione, nel parco di via Fascetti, ormai “snobbato” dalle famiglie perchè frequentato da persone che bevono, fumano spinelli e, in qualche caso, spacciano. Bivacchi vengono regolarmente segnalati anche all’Isola Carolina.

Nei pressi dello scalo ferroviario, i lodigiani fanno notare che fortunatamente il sottopasso di via Nino Dall’Oro verrà ampliato, vista la situazione in cui versa il corridoio di accesso ai binari.

In città bassa, il Lungoadda regala uno degli scorci più belli di Lodi, ma spesso la polaroid è rovinata dai rifiuti disseminati vicino al ponte: sacchetti dell’immondizia, deiezioni canine, cocci di bottiglie. Tra via Padre Granata e via Gariboldi, come sottolineato da diversi abitanti della zona, lo scenario dopo i week end peggiora, poiché spesso c’è chi usa le strade come una latrina a cielo aperto.

Alle Fanfani, l’immagine del quartiere è “offuscata” dalla presenza dell’ex Atm, che aspetta ancora un recupero. Al suo fianco, poi, si trova il magazzino comunale che sembra cadere a pezzi, sbirciando al suo interno dalle finestre rotte si possono notare materiali accatastati e luminarie d’artista, costate 250 milioni delle vecchie lire e poi abbandonate tra furibonde polemiche. A San Fereolo, invece, l’angolo che avrebbe bisogno di maggior cura è il Sandone, spesso meta di ecofurbetti.

Raggiungendo San Bernardo, così come testimoniato da alcune mamme, il parchetto di viale Italia, molto frequentato dai piccoli, necessita di una rivoluzione, ovvero di una riqualificazione generale per adeguarlo alle esigenze dei suoi visitatori. Nel quartiere, inoltre, l’ex asilo Bulloni, in viale Piacenza, non ha ancora un progetto ad attenderlo. Al momento lo abitano solo i piccioni, la storia della sua vendita è piuttosto ingarbugliata e, di fatto, l’edificio adesso giace abbandonato.

Nella lista della Lodi da “correggere” c’è poi il sottopasso di via San Colombano: non solo è ricoperto di scritte, ma è anche un tunnel che i pedoni non amano attraversare.

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