LODI Una targa per Mahsa Amini e per le donne che combattono

La cerimonia al centro antiviolenza di via Gorini

Per Mahsa Amini, 22enne curdo-iraniana che ha trovato la morte per i diritti e le libertà. Per tutte le donne che, ovunque nel mondo, combattono per far sentire la propria voce. Svelata ieri mattina, tra emozioni e riflessioni, la targa di dedicazione a Mahsa Amini dei locali del centro antiviolenza di Lodi La Metà di Niente.

Un percorso voluto dal consiglio comunale di Lodi – presenti ieri i consiglieri Tina Lomi Signoroni, Gianfranca Santantonio, Lorenzo Maggi - e che ieri è stato formalizzato in via Gorini, alla presenza di autorità civili e militari. Un momento importante, a ridosso della Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, per rendere omaggio, ha ricordato l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Lodi Manuela Minojetti, a «una donna che ha lottato e che si è trovata a morire per un cambiamento culturale», per cui però bisogna lavorare anche qui, perché «possiamo mettere in campo tutte le strategie possibili contro la violenza di genere, ma essenziale è la prevenzione nelle scuole e nelle famiglie». A ricordare la figura di Mahsa Amini – simbolo di «un inno alla libertà, non solo delle donne» - anche il Prefetto di Lodi Enrico Roccatagliata, che ha lodato il Comune per la scelta di un luogo simbolico come il centro antiviolenza, auspicando «la massima collaborazione di tutte le istituzioni del territorio». Un grazie a tutti gli operatori del centro, alle istituzioni presenti, al consiglio comunale dal sindaco di Lodi Andrea Furegato, che ha ricordato come «la questione dei diritti delle donne è internazionale e deve sempre essere radicata nella nostra comunità: il fatto tragico che ha riguardato Giulia Cecchettin ci ricorda invece che anche nel nostro mondo siamo ben lontani dal rispetto dei diritti delle donne per una cultura, e non ho timore di dirlo, che si porta dietro un retaggio patriarcale molto forte, come dice anche l’evoluzione tardiva della legge». Insomma tanto «c’è da fare e tanto devono fare gli uomini – ha detto il primo cittadino – perché la violenza parte dagli uomini». Commossa per questa attenzione sul tema Paola Metalla, presidente del centro antiviolenza gestito dall’associazione L’Orsa Minore, accanto alle volontarie del centro. «Sono emozionata perché questa attenzione è importante per noi che facciamo un grande lavoro quotidiano – ha detto– : alle donne serve un aiuto concreto con una programmazione costante, un lavoro che spesso il territorio non conosce. Ogni anno abbiamo circa 450 contatti con donne, di cui 200 diventano casi presi in carico. Dal 2014 lavoriamo per dar vita a una rete su prevenzione, protezione e pena certa e senza il lavoro di professioniste specializzate, la prevenzione con la scuola e le famiglie non si può fare».

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