Lodi, ultimo dibattito con scintille

L’ultimo confronto ufficiale sembra non volerselo perdere nessuno. La sala del cinema del Viale si riempie, con calma, ma a flusso continuo. E anche fuori dai cancelli l’atmosfera è da stadio, con gli “ultras” del Movimento 5 Stelle arrivati con tanto di cartelloni di protesta, per la piscina coperta, gli impegni fantasma sul sociale e una polemica sulla Siae pagata per l’occupazione di piazza della Vittoria da Beppe Grillo. Il pubblico quindi non ha dato forfait, anzi.

«Vi ringrazio con una punta sorpresa, perché ero sicuro che il salone del Viale sarebbe stato vuoto per la metà - ha debuttato Ferruccio Pallavera, direttore de Il Cittadino, che da 25 anni organizza dibattiti in occasione degli appuntamenti elettorali - e questo perché ho registrato in queste settimane lo svolgersi di una campagna elettorale un pochino fiacca, anche per la non foltissima presenza a quella raffica di incontri a cui sono stati sottoposti i candidati sindaci con un impegno anche stressante». Quattro grandi temi, «senza alcuna voglia di polemica - ha aggiunto il direttore - , ma solo per conoscere i programmi», nessuna domanda dal pubblico, «per evitare che, come è successo in passato, almeno 15 anni fa, quando qualche candidato arrivò con le sue truppe cammellate».

Primo giro di ringraziamenti, poi il via alla raffica di domande e riposte, a cui hanno preso parte Sergio Tadi, candidato con le liste civiche Primavera Lodigiana e Guardare Avanti, Domenico Conia, del Movimento 5 Stelle, Stefano Buzzi per Lodi che Verrà, Giuliana Cominetti, candidata con liste civiche e i partiti del centrodestra Pdl e Lega Nord, Simone Uggetti, aspirante sindaco del centrosinistra con liste civiche di Pd e Sel, e Andrea Dardi, candidato per Fratelli d’Italia e Partito dei Pensionati. Assente, giustificato per problemi familiari, Francesco Staltari, candidato di Unione Popolare per Lodi, costretto a rinunciare alla partecipazione al confronto.

Al primo posto delle urgenze, il sociale, «perché quello della Caritas è ormai un grido d’allarme e non ci sono più posti per tutti e i lodigiani senza lavoro sono ormai 17 mila» ha specificato il direttore Pallavera. Per Tadi, «in un momento in cui i fondi sono sempre meno e i trasferimenti di Stato e Regione si sono drasticamente ridotti, non posso dirvi che daremo voucher e sostegni per tutti, direi delle balle, ma posso dirvi che il comune farà quel che può, ma molto devono fare le associazioni, che sono fondamentali oggi per offrire molti servizi». Per Domenico Conia, del Movimento 5 Stelle, è imperativo «tagliare le spese inutili, introdurre un reddito di cittadinanza e valutare l’introduzione di referendum su determinate spese, come quella delle barriere anti rumore sulla tangenziale». Primario per Stefano Buzzi ottenere uno studio epidemiologico sui numeri di ammalati di tumori nel Lodigiano, da sempre cavallo di battaglia di Lodi che Verrà, insieme ai sostegni e agli sgravi per le famiglie che hanno anziani non autosufficienti a carico e ad un pacchetto di servizi «drop in, cioè capillari e flessibili che hanno costi irrilevanti».

Più prevenzione e meno assistenzialismo è la ricetta di Giuliana Cominetti, che nella domanda dedicata al sociale ha scelto di parlare di lavoro e di impresa, «perché più posti di lavoro ci sono e meno problemi hanno le famiglie». E allora l’obiettivo è «una burocrazia più snella, una tassazione modulata, l’introduzione dei business angels per ripensare le imprese in difficoltà» per le aziende, mentre le famiglie devono poter contare su «servizi più flessibili perché le donne possano conservare la loro autonomia lavorativa», associazionismo familiare, oltre che su uno sportello dedicato alle famiglie.

Duro Uggetti sulle proposte targate Cominetti sul tema del lavoro, «perché di tutto hanno bisogno le imprese meno che di un altro cavillo come il business angels». Secondo Uggetti, se non c’è possibilità «di redistribuire la ricchezza senza mantenere la ricchezza», e che è anche vero che «non bisogna promettere cose che non si possono mantenere», l’urgenza è continuare a lavorare sui capitoli università, parco tecnologico e Business park, «perché il trasferimento dell’università significa un appalto da 57 milioni di euro che cercheremo di far restare per gran parte nel Lodigiano». Nel sociale, secondo il candidato del centrosinistra, «la spesa dal 2005 ad oggi è stata aumentata del 30 per cento e molti dei servizi sono stati garantiti dalle associazioni perché in tempo di crisi dobbiamo fare comunità».

Per Andrea Dardi, per troppo tempo a Lodi, «si è vissuto nel sociale una forma di razzismo al contrario - ha detto raccogliendo le divergenze di una parte del pubblico -: se non avevi la pelle nera non entravi nell’ufficio politiche sociali del comune. Noi proponiamo le quote tricolori, perché la precedenza sia ai lodigiani sulla base del numero di figli e delle spese sostenute», insieme al mutuo sociale per le giovani coppie e l’impegno perché Santa Chiara rimanga una struttura pubblica. Piscina coperta, servizi a pagamento per la scuola, opere pubbliche prioritarie sono i temi che hanno tenuto banco nella seconda parte della serata, con Tadi che sottolineato «che la piscina è un’opera faraonica, che costerà 350 mila euro all’anno al comune per decenni, risorse con cui i servizi sociali potevano essere garantiti» e ha puntato sulla viabilità da rivedere; Conia ha invece puntato su «piccole cose che possano dar lavoro ai lodigiani», mentre Buzzi ha sollecitato il problema traffico al nodo Faustina e alla rotatoria dell’Ottoblues per l’innesto della 235.

Non sono mancati i riferimenti al fiume, citato sia da Simone Uggetti, che ha citato agli investimenti da 9 milioni di euro per le difese sponsali già effettuati e gli investimenti ancora da prevedere - ma ha anche citato la riqualificazione dell’Isola Carolina, come la Cominetti - che da Andrea Dardi, che ha parlato, tra le altre cose, delle priorità della pulizia del fiume, «perché Lodi è tutta importante, dal centro al periferia». Ultima domanda dedicato al futuro della città, il sogno di ciascun candidato per trasformare Lodi, il dibattito non ha lesinato, rispetto ad altri incontri molto più «pacati», emozioni, interventi del pubblico a gamba tesa e risposte piccate dei candidati. Due su tutti: quella di Giuliana Cominetti, che esasperata dagli interventi a voce alta del pubblico, ha chiesto «dell’acqua perché io credevo di essere entrata in un teatro e invece mi sono ritrovata in un’arena - ha detto - : capisco il parteggiare per l’uno e per l’altro, ma serve il rispetto per tutti». E quello di Simone Uggetti che ha replicato, subito dopo, «è la democrazia, bellezza, direi, parafrasando una celebre frase cinematografica».

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