LODI Tutto fermo alla piscina Ferrabini, la rinascita è ancora lontana

Soltanto macerie dove sorgeva l’impianto sportivo chiuso nel 2016, il cantiere resta desolatamente fermo

Federico Gaudenzi

Una donna, vedendo il fotografo intento a immortalare le immagini della desolazione, non perde l’occasione di raccomandare: «Raccontate questa situazione, non si muove niente e non si sa niente». È questo il ritratto della Ferrabini, una delle tre piscine scoperte pubbliche di Lodi che è stata chiusa ormai sei anni fa, nel 2016, per non riaprire più.

Da una porta sfondata si scorge un cumulo di rifiuti e, sullo sfondo, la struttura metallica che doveva servire come scheletro di un edificio di servizio, al posto delle vecchie tribune (abbattute nel 2018), ma che è rimasto, appunto, soltanto uno scheletro vuoto, sotto il quale si raccoglie l’acqua piovana.

Non c’è bisogno, tuttavia, di guardare dal buco della serratura: passando sulla ciclabile che conduce a Boffalora si vede il desolante panorama delle due vasche completate a metà, dei cumuli di macerie, le montagne di sabbia portate per costruire le strutture e ancora inutilizzati.

I lavori, iniziati lo scorso anno, dovevano concludersi nell’arco di 150 giorni, ma appare ormai evidente come nemmeno nel 2022 i lodigiani potranno tuffarsi nelle vasche dell’impianto sportivo “Concardi”.

Di volta in volta chi passa cerca di scorgere qualche minimo cambiamento per capire se i lavori procedono, benché lentamente, ma non c’è nulla che lasci sperare in una svolta. Il progetto, di restyling, del valore di un milione di euro, era stato affidato alla Cospin di Catania, che si è aggiudicata i lavori, ma ha innescato un braccio di ferro con il Comune che di fatto ha bloccato l’opera.

L’ente pubblico ha contestato, con tanto di richiami scritti, una serie di ritardi e inadempienze dell’impresa, mentre l’impresa ha replicato ai rilievi contestando una serie di criticità che impediscono l’esecuzione delle lavorazioni appaltate a regola d’arte.

La vicenda, aggravata dall’aumento dei costi dei materiali, non è ancora risolta, ma l’obiettivo è quello di evitare di prolungare ancora i ritardi, e di giungere a una soluzione che permetta di riaprire l’impianto quanto prima.

Nel frattempo, però, è tutto bloccato, e i residenti che passano ogni giorno davanti alla struttura assistono a un cantiere senza operai per una piscina che sembra non avere futuro.

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