Lodi tra le Province da tagliare

C’è anche Lodi tra le 42 Province che il ministero della Pubblica amministrazione vuole cancellare. L’ipotesi formulata dal ministro Filippo Patroni Griffi (e inserita nel decreto sulla spending review) prevede l’istituzione delle dieci città metropolitane e il taglio di 42 amministrazioni su 86 (verrebbero invece salvati in toto gli enti delle regioni a statuto speciale): tra gli enti eliminati, in Lombardia ci sono Lodi e Lecco.

Tre i parametri (almeno due dei quali da soddisfare) individuati dai tecnici del ministero per il mantenimento o meno dell’autonomia: un territorio con superficie pari ad almeno 3mila chilometri quadrati, una popolazione minima di 350mila abitanti e una “base” di almeno 50 amministrazioni comunali entro i propri confini. Lodi - 782 chilometri quadrati per 229mila abitanti e 61 comuni - soddisfa solo uno degli indicatori, quello delle municipalità. Automatici il taglio della Provincia e la necessità di accorparsi con altri enti vicini.

Quella dell’abolizione “parziale” è la strada che il governo sembra deciso a intraprendere per riorganizzare la pubblica amministrazione, tagliare la spesa pubblica e non incorrere nei profili d’incostituzionalità prospettati dalle proposte in atto come il decreto Salva Italia (che mantiene le Province ma le svuota di tutte le loro funzioni).

In caso di soppressione, il futuro del Lodigiano è tutto da scrivere. Potrebbe accorparsi con la Provincia di Cremona, con quella di Pavia o con la Città metropolitana di Milano.

O ancora potrebbe rientrare nei parametri indicati dal governo fondendosi con il Cremasco e con quei comuni del Sudmilano che non rientreranno nei confini della Città metropolitana. Non è ancora noto quale sarà l’ente che deciderà gli accorpamenti.

Il presidente del consiglio provinciale Massimo Codari ha già auspicato che, sfruttando la conferenza dei capigruppo di palazzo San Cristoforo allargata al sindaco e al presidente del consiglio comunale del capoluogo e ai sindaci delle altre quattro città del Lodigiano, sia una commissione territoriale a formulare entro la fine dell’anno un documento con le proposte più gradite al Lodigiano.

Strada che invoca lo stesso sindaco di Lodi - e primo presidente della Provincia - Lorenzo Guerini: «La strada migliore, anche per avere una maggior forza contrattuale, è arrivare a una soluzione condivisa da tutti».

Città metropolitane e taglio delle Province è l’argomento che sarà sviscerato oggi e domani a Roma durante l’assemblea straordinaria convocata dall’Unione delle province italiane alla quale è annunciata la presenza proprio dell’autore della “riforma” Patroni Griffi accanto al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Il Lodigiano sarà presente con una delegazione costituita dal presidente della Provincia Pietro Foroni, dal presidente del consiglio provinciale Massimo Codari e dall’assessore al territorio Nancy Capezzera.

L’Upi stessa, nello scorso febbraio, aveva presentato una propria bozza di razionalizzazione della pubblica amministrazione che non si limitava al taglio delle Province (da 107 a 60) ma si allargava alla soppressione di tutti gli enti intermedi (Ato, consorzi, controllate) per arrivare a un risparmio complessivo di 5 miliardi di euro. Nonostante la nuova strada intrapresa dal governo si sforzi di andare incontro ad alcune delle proposte dell’Upi, dalla politica lodigiana per ora riceve soltanto bocciature. Secondo il presidente della Provincia Pietro Foroni «qualunque strada intrapresa senza avere come obiettivo primario tagli severi alla spesa pubblica è sbagliata. Se all’indomani della soppressione delle Province ci ritroviamo con un risparmio minimo, la pressione fiscale invariata e in più una diminuzione dei servizi, me lo dite qual è il vantaggio?».

Più cauto nei giudizi Lorenzo Guerini («voglio prima leggere le misure contenute nel decreto») il quale tuttavia non lesina critiche alla proposta di Patroni Griffi: «Il percorso di riorganizzazione deve partire dalla ridefinizione delle funzioni, non dei confini territoriali. In più i lodigiani rischiano di pagare un dazio pesante in termini di servizi, se con la Provincia di Lodi andranno perduti anche tutti gli uffici decentrati del governo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA