Un sessantenne, nativo di Palermo e residente a Milano, è stato mandato a giudizio a Lodi, innanzi al tribunale collegiale, con accuse di sfruttamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento e pubblicizzazione sui quotidiani di attività di prostituzione: si professa innocente e forse vittima di uno scambio di persona, ma secondo l’accusa, tra luglio e settembre del 2010, avrebbe incassato 650 euro al mese, per ciascuna, da due prostitute cinesi che la polizia ritiene “esercitassero” in un appartamento di via Bastioni, in zona Borgo Adda. Ieri in tribunale era attesa la testimonianza delle due presunte vittime che però non si sono presentate: per questo il collegio presieduto da Angela Scalise ha ordinato che alla prossima udienza, in dicembre, le due vengano accompagnate dalle forze dell'ordine. M.P., queste le iniziali dell’imputato, risulta fosse intestatario del contratto di affitto dell'appartamento. «Ma riteniamo che la persona alla quale le due orientali avrebbero dato il denaro fosse un’altra», sottolinea l'avvocato Alfonso Turchio di Milano, che difende il sessantenne. Una delle due cinesi sarebbe stata per un certo periodo compagna del milanese, poi si sarebbe trasferita a Lodi e, inizialmente, tra i due, sostiene la difesa, c’era un accordo per far fronte alle spese di affitto. «A un certo punto, però, il mio cliente ha perso di vista questa donna», sottolinea il legale. E l'imputato quindi non avrebbe saputo nulla nemmeno riguardo alla presenza di un’altra cinese nell'appartamento di via Bastioni. All’uomo viene imputato anche di aver pubblicato inserzioni allusive su un quotidiano a diffusione regionale. «Abbiamo chiesto il processo con rito ordinario proprio per chiarire tutto», si limita ad aggiungere la difesa. I reati sono contestati in concorso ma alla difesa non risultano altri indagati.
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