LODI Studiosi cinesi al Centro di ricerca zootecnia e acquacoltura

Il coordinatore Paolo Annicchiarico: «Così si rafforza la cooperazione»

Il vice Ministro dell’agricoltura della Cina incontra i ricercatori del Crea di Lodi

La mattina del 23 aprile il vice ministro dell’agricoltura della Repubblica Popolare della Cina, Zhang Xingwang, insieme all’ambasciatore e rappresentante cinese presso la Fao, Guang Defu, e altri 12 alti funzionari del ministero dell’agricoltura cinese e della rappresentanza cinese presso la Fao hanno incontrato i ricercatori del Centro di ricerca zootecnia e acquacoltura di Lodi che studiano il miglioramento delle leguminose da granella (soia, pisello, lupino, favino) e da foraggio (erba medica, trifogli).

L’obiettivo dell’incontro è stato l’acquisizione di informazioni sulle strategie di ricerca del gruppo, che potrebbe tra l’altro portare ad un rafforzamanto della cooperazione scientifica già in atto tra i ricercatori di Lodi e ricercatori cinesi.

La Cina condivide con l’Europa il problema della forte insufficienza di proteine vegetali per i propri sistemi agro-zootecnici. L’Europa importa oltre il 55per cento del proprio fabbisogno di proteine, principalmente come semi e panelli di soia, la cui crescente produzione in Sud America contribuisce alla deforestazione dell’Amazzonia.

Una maggiore coltivazione di leguminose, piante capaci di fissare l’azoto atmosferico, ha importanza cruciale anche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (tramite un minore uso di concimi azotati di sintesi, prodotti con elevati costi energetici), limitare l’inquinamento da nitrati delle falde (che è maggiore con l’uso di concimi di sintesi) ed aumentare la biodiversità degli ambienti di coltivazione (che può permettere una riduzione dei fitofarmaci).

Il gruppo di Lodi è un punto di riferimento internazionale per il miglioramento di queste colture, avendo prodotto i primi studi internazionali di selezione genomica per la produzione di erba medica, pisello e lupino bianco.

È anche noto per lo studio di approcci agrobiologici di miglioramento genetico basati sullo sfruttamento dell’adattamento delle varietà ad ambienti specifici, la creazione di varietà geneticamente eterogenee (invece delle varietà omogenee che caratterizzano l’agricoltura moderna) e l’adozione di approcci partecipativi in cui gli agricoltori contribuiscono alla generazione e valutazione delle nuove varietà.

Attualmente il gruppo di Lodi, coordinato da Paolo Annicchiarico e composto da 4 ricercatori (Luciano Pecetti, Nelson Nazzicari, Daniele Cavalli e Barbara Ferrari), 2 assegnisti di ricerca (Margherita Crosta e Nicolò Franguelli) e 4 tecnici (Tommaso Notario, Valentina Masserani, Angelo Passerini e Paolo Broglia), è partner di 7 progetti europei di ricerca e contribuisce scientificamente a programmi di miglioramento genetico svolti in Algeria, Argentina, Cile, Cina, Danimarca, Marocco, Norvegia, Repubblica Ceca, Svizzera e Tunisia.

Paolo Annicchiarico è anche presidente della International legume society, la società scientifica internazionale che riunisce i ricercatori impegnati nel miglioramento genetico, agronomico e di utilizzazione agro-alimentare delle leguminose.

All’incontro ha partecipato anche Salvatore Claps, direttore del Centro di ricerca zootecnia e acquacoltura (centro con sedi anche a Roma, Modena e Bella che si occupa principalmente di miglioramento di produzioni e prodotti trasformati di origine animale).

© RIPRODUZIONE RISERVATA