Lodi, stop alle case nuove

Conia è a favore della crescita zero per la città, Staltari ritiene invece necessario puntare

di più

sulle case popolari

Cominetti sogna un capoluogo a impatto zero, Uggetti sfodera il cavallo di battaglia

della “green economy”

Dardi pensa a un parcheggio multipiano nell’area

ex Abb,

Tadi al recupero dell’ex Linificio, Buzzi

a eliminare gli oneri

Che tipo di città immaginano i candidati? A crescita zero o in grado di espandersi? Come affrontare la crisi del mattone? Quali aree da recuperare e come? Come agevolare l’edilizia “verde”? È necessario autorizzare cantieri con una stima di circa 700 case invendute sul mercato e altre 400 in arrivo?

Ecco quali sono le prospettive dei candidati per ciò che riguarda l’espansione edilizia.

DARDI «Noi intendiamo sostenere il mercato del mattone, con un dimezzamento degli oneri di urbanizzazione e privilegiando il recupero dell’esistente, ponendo un freno al consumo del suolo». Così, per Andrea Dardi, sarà possibile far risplendere anche la città bassa. «Prevediamo sconti per chi ricorre all’edilizia verde. Intendiamo assumerci impegni ambientali di riqualificazione delle aree artigianali di San Grato (ex Polenghi, ndr) e di via Secondo Cremonesi. Occorre poi proseguire nel recupero del complesso dell’ex Linificio». All’ex Abb Dardi vorrebbe un parcheggio multipiano: «Questo eviterebbe ulteriori speculazioni edilizie e riqualificherebbe un’area “già consumata” riportando un indice di verde e di servizi al di sopra di tale parcheggio, così da dare una buona qualità degli spazi pubblici costruiti al pari di molte altre città che si definiscono come Lodi “città a misura d’uomo o accoglienti”».

COMINETTI «Oggi ci troviamo di fronte alla grande crisi dell’edilizia, con migliaia di immobili sfitti, complice una politica fiscale sulla casa molto penalizzante, che almeno per quanto riguarda il Comune vogliamo cambiare - afferma Giuliana Cominetti -. Dobbiamo avere il coraggio di ragionare su una crescita sostenibile, che favorisca da un lato la valorizzazione dell’esistente e il recupero delle aree dismesse, dall’altra l’azzeramento di nuovo consumo di suolo. Questo non vuol dire non dare prospettive al comparto edilizio, ma avviare ragionamenti su temi come la riqualificazione energetica, la valorizzazione del patrimonio pubblico, la progettazione di una città a impatto zero. Vogliamo pensare anche a una politica di “housing sociale”, che attraverso la collaborazione con i privati porti alla riconversione di edifici a uso residenziale, da vendere o affittare a prezzi contenuti, per chi ha redditi medio bassi, per famiglie e giovani coppie».

UGGETTI «La nostra linea in campo urbanistico perseguirà tre obiettivi fondamentali: rigenerazione urbana, riqualificazione del patrimonio esistente, riqualificazione delle aree dismesse. L’obiettivo è quello di valorizzare il più possibile gli edifici già esistenti evitando la trasformazione residenziale delle aree agricole», afferma Simone Uggetti. «Punteremo senza dubbio sulla green economy, favorendo l’edilizia sostenibile, che possa da una parte costruire edifici e case a basso consumo e dall’altra essere fonte di lavoro per le imprese e gli artigiani locali. Per quanto riguarda l’edilizia sociale, riserveremo una quota nelle trasformazioni urbane alle case popolari, così da aumentarne la disponibilità. Prioritaria sarà anche l’attenzione alla qualità degli spazi verdi. Avendo aderito al Patto dei sindaci, il nostro progetto di città si muove all’interno di prospettive europee, che puntano a una migliore qualità dell’abitare».

TADI Prima di tutto un grande investimento di recupero e utilizzo delle aree dismesse. «Sull’ex Abb è drammatico che Banca Popolare e Comune non abbiano ancora trovato un accordo per gestire un’area fondamentale in pieno centro a Lodi e lasciata in condizioni pietose - commenta Sergio Tadi -. Per l’edilizia, un mercato in difficoltà, la costruzione di parcheggi potrebbe essere una soluzione per rimettere in moto il mercato. Un altro obiettivo è il recupero dell’ex Linificio, che fa parte della storia di Lodi, in quest’area si potrebbero avviare progetti in grado di essere collegati facilmente con i trasporti, dalla ferrovia al bus, penso per esempio a un incubatore di attività giovanili. Naturalmente mettere mano a una struttura simile costa, eppure potrebbe produrre lavoro e cultura».

BUZZI«In città ci sono centinaia di appartamenti invenduti o sfitti, la viabilità del centro storico è quantomeno inquietante - afferma Stefano Buzzi -. Prima di cementificare ulteriormente servirebbe un progetto serio sulla natalità, sulla mobilità futura. Non sono contrario a priori ai nuovi insediamenti, purché non restino lettera morta, per averli, però, occorrerebbe un’attrattività lavorativa che al momento non c’è». Tra le proposte di “Lodi che verrà” l’azzeramento degli oneri di urbanizzazione per cinque anni, a fronte dell’assunzione obbligatoria di personale locale. «Le recenti licenze edilizie rilasciate dalla delirante amministrazione precedente, di cui Uggetti e Cominetti sono parte integrante, rischiano solamente di lasciare i cantieri semi abbandonati in quanto l’offerta supera la domanda».

CONIA Un regolamento urbanistico a crescita zero, «per recuperare le enormi quantità di stabili dormienti sia in città sia nella zona industriale». Lo pensa Domenico Conia dei 5 Stelle, nel programma è introdotta la valutazione strategica obbligatoria dell’impatto ambientale per qualsiasi intervento sul territorio, con l’attivazione di una mappatura dell’amianto e delle zone più sensibili ai tumori per ricercarne le cause. «Riqualificare l’esistente con criteri di adattamento al paesaggio e risparmio energetico, riconvertire alla pubblica utilità i terreni ed edifici abbandonati; ogni richiesta di intervento privato sul territorio dovrà essere accompagnata ad iniziative di ripristino del paesaggio e mitigazione ambientale». Il movimento è contrario al conferimento del patrimonio edilizio comunale alla controllata Astem, «che gestirebbe la manutenzione ordinaria e straordinaria e riscuoterebbe gli affitti dagli inquilini».

STALTARI Tante le proposte del candidato sindaco di Unione popolare sul tema. «In questi anni tutti si sono improvvisati costruttori – spiega Francesco Staltari – tanto che c’è stato un boom di case, che per la maggior parte rimangono invendute, mentre le famiglie che hanno realmente bisogno faticano ad accedere al mercato, per i prezzi troppo elevati». Di professione imprenditore edile, Staltari ha presentato la sua ricetta: «È necessario puntare di più sulle case popolari e sull’edilizia convenzionata. E poi occorre una maggiore pianificazione sulle costruzioni – sostiene -. Lodi è stata riempita di calcestruzzo, ma senza dare reali risposte al bisogno dei cittadini, molti dei quali faticano ad acquistare questi immobili. E anche il Comune ha dovuto rinunciare agli oneri di urbanizzazione che incassava in passato. Su questo credo sia necessario elaborare un piano dettagliato, anzitutto per fare in modo che i cantieri pubblici fermi siano sbloccati e fare in modo che possano lavorare di più le imprese locali».

Greta Boni, Matteo Brunello

I PROBLEMI DI LODI: LA PAROLA AI CANDIDATI - he tipo di città immaginano i candidati? A crescita zero o in grado di espandersi? Come affrontare la crisi del mattone? Quali aree da recuperare e come? Come agevolare l’edilizia “verde”?

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