LODI Stop alla dispersione scolastica: oltre 130 ragazzi potranno studiare VIDEO

Un incontro coordinato dal Cpia per affrontare insieme la tematica del disagio giovanile e dell’abbandono dei banchi di scuola

Stop alla dispersione scolastica. Continua la battaglia del Lodigiano per recuperare i ragazzi che non ce la fanno. Non ce la fanno soprattutto dopo due anni di pandemia. Ieri pomeriggio, per la prima volta dal 2019, finalmente, i presidi e i referenti della dispersione scolastica del Lodigiano, sono riusciti a ritrovarsi in presenza, insieme, tra l’altro, alla referente dell’ufficio scolastico Emanuela Russo e all’ufficio di piano rappresentato dalla dottoressa Chiara Lupi.

LODI Disagio giovanile, intervista al presidente di Famiglia nuova. Video di Cristina Vercellone

Durante l’incontro si sono messi a fuoco i cosiddetti “percorsi ponte” che quest’anno riguarderanno 135 studenti in età adolescenziale, metà minori stranieri non accompagnati e l’altra metà studenti lodigiani in difficoltà.

Serve un approccio unitario alla dispersione

«Ciò che conta - ha detto il preside del Cpia, il Centro provinciale per l’Istruzione degli adulti, Massimo Iovacchini - è un approccio unitario alla dispersione che mette intorno a un tavolo Cpia, Cfp e scuole. I casi vengono gestiti uno per uno e i percorsi sono individualizzati. Anche se non hanno la licenza media i ragazzi si possono iscrivere ai centri di formazione professionale, per imparare un lavoro, intanto grazie all’apporto del Cpia possono conseguire la licenza delle medie inferiori. L’obbligo formativo è ai 18 anni. Ormai avere solo il diploma di terza media non serve più. Per quanto ci riguarda è importante l’apporto della fondazione Cariplo che ci consente di pagare gli educatori».

I Cfp del Lodigiano in primo piano

La dispersione , annota per il Cfp consortile la referente Monica Fossati, «si combatte attraverso il legame stretto con i Cfp e gli istituti di formazione professionale. Di dispersione abbiamo parlato tanto - commenta -, ma è dal 2019 che non riuscivamo a fare un incontro in presenza. Si tratta di un percorso costruttivo che mette finalmente i Centri di formazione professionale in primo piano. Sia i licei che gli Itis sono pieni di ragazzi che vanno riorientati. Stiamo quantificando il fenomeno proprio in questo periodo. I Cfp sono delle vere risorse, devono essere potenziati: formano le persone che possono accedere subito al mondo del lavoro. Anche i tavoli ristretti che si fanno in Provincia sono fondamentali». Il Comune di Lodi, dal canto suo, ha appena riattivato, la scuola di seconda opportunità per i ragazzi che non ce la fanno. Dietro il disagio dei ragazzi c’è sempre una difficoltà degli adulti ad intervenire. «Soprattutto dopo la pandemia - commenta dal suo osservatorio particolare il presidente di Famiglia Nuova Gian Michele Maglio - i ragazzi sono in grande difficoltà. Gli adolescenti soffrono della mancanza di luoghi d’incontro con i pari. Sono lasciati soli già dalla scuola dell’infanzia. È difficile insegnare il rispetto e il rapporto con l’altro. Non abbiamo ancora gli strumenti per contrastare il disagio di questa generazione. L’intervento di adesso è quell di mettersi in una posizione di ascolto».

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