Lodi, le spese dei sette candidati

C’è chi non vuole superare la soglia dei mille euro, chi prevede un budget massimo di 15mila euro e chi invece preferisce “glissare” sull’argomento. I sette aspiranti sindaci del Broletto hanno già aperto il portafoglio per avviare la campagna elettorale, destinata a entrare nel vivo la prossima settimana, dopo la presentazione delle liste.

La spesa fissata dalle squadre a sostegno di Sergio Tadi è di 5mila euro. «Considerata la difficile congiuntura economica, abbiamo deciso di prevedere una campagna elettorale senza costi ingenti - spiega l’ex esponente Pdl – ad esempio abbiamo scelto di non affittare una sede in centro storico, ma abbiamo un locale in via Milite Ignoto, che è di proprietà di uno dei rappresentanti della lista, quindi per noi non ha costi. Per ora non abbiamo investito in manifesti, l’idea è quella di prenotare degli spazi promozionali sul trasporto pubblico urbano. Per questo non abbiamo finanziatori privati, ma ognuno contribuisce per quanto può». Francesco Staltari di Unione Popolare dichiara invece di voler spendere circa 2mila euro: «Spendere di più sarebbe un’offesa per l’umanità. Non servono campagne mega e non occorre fare grande pubblicità – osserva l’imprenditore edile – penso di fare 300 mini volantini (santini, ndr) per ogni candidato della lista. E poi un centinaio di manifesti che potranno essere affissi negli spazi dedicati nel capoluogo. Tutte queste spese le pagherò io. Non cercherò sponsor».

Rimangono “top secret” i costi della campagna elettorale di Giuliana Cominetti. Dal suo staff rivelano che i conteggi non sono ancora pronti nel dettaglio, per questo preferiscono non divulgarli. Si conosceranno solo nei prossimi giorni le esatte stime sul budget per i costi della politica. Il candidato del centrodestra ha “tappezzato” con il suo volto buona parte degli spazi per le affissioni, ha aperto una sede elettorale nella centralissima piazza Broletto e ha già organizzato diverse iniziative. Simone Uggetti, in campo per il centrosinistra, dichiara che «questa sarà una campagna elettorale sobria». L’ipotesi? Spendere una cifra tra 10-15mila euro: «Ci sono tanti volontari che mi stanno dando una mano con la comunicazione e con l’organizzazione - spiega -, molte cose sono “fatte in casa” e questo permette un abbattimento dei costi. Ci sono a disposizione 1.500 euro che arrivano dalle primarie, oltre ai 2mila euro raccolti fino ad ora grazie alle donazioni dei singoli cittadini ma gli eventi dedicati alla raccolta fondi sono ancora in corso. Sul sito abbiamo segnalato il codice Iban a cui è possibile fare riferimento». Per cosa saranno utilizzati questi soldi? Manifesti, eventi e volantini, senza esagerare: «Abbiamo fatto solo tre “6X3”, cercheremo di far il miglior utilizzo delle risorse raccolte».

Per Andrea Dardi, candidato di Fratelli d’Italia, è tutto frutto dell’“auto-finanziamento”: «Non ho ancora fatto il conto preciso delle spese - spiega -, fino a questo momento le risorse sono state spese per manifesti, affissioni, sito internet, volantini e gadget. Sono circa mille euro per le affissioni Astem, 2mila per il grafico, più altro materiale». E l’allestimento del comitato elettorale in piazza San Lorenzo: «Paghiamo un canone di mille euro al mese, per due mesi di affitto, sono stati fatti dei lavori per sistemarlo che ammontano ad altri mille euro, 600 per l’arredamento». Uno scontrino di quasi 7mila euro.

L’“auto-finanziamento” vale anche per Domenico Conia dei 5 Stelle: «Non accettiamo finanziamenti pubblici e contiamo di stare sotto i mille euro. La spesa più grossa sarà per i manifesti, ne abbiamo fatti fare una quarantina e non abbiamo intenzione di tappezzare la città. Pagheremo tutto di tasca nostra o attraverso le donazioni, non abbiamo benefattori». E nemmeno una sede: «Qualcuno ce l’ha offerta - dice Conia - ma per evitare equivoci sarebbe meglio avere un locale dismesso da sistemare». Stefano Buzzi ha messo in preventivo una spesa di 2.800 euro: «Auto-finanziamento e campagna elettorale low cost», queste le parole d’ordine.

Si va dai mille ai quindicimila euro, soltanto Giuliana Cominetti non ha voluto rivelare i costi della sua campagna elettorale

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