Lodi, i sindacati al nuovo direttore dell’Asst: «Servono personale per gli ospedali e più posti letto in rianimazione»

Cgil e Uil: «Si valorizzi l’integrazione con il territorio»

Riorganizzare gli ospedali e aumentare il numero degli operatori. Sono le due priorità che i sindacati mettono sul tavolo della nuova direzione dell’Asst di Lodi. Ieri si è svolto un incontro sindacale a distanza, nel quale il nuovo direttore generale Salvatore Gioia si è presentato ai rappresentanti dei lavoratori.

Riempire Casale e Codogno

«Oggi abbiamo fatto la trattativa per i fondi residui da dare ai medici - spiega per la Uil Rosy Messina -. Abbiamo conosciuto il nuovo direttore generale. Vogliamo capire che destino avranno i nostri ospedali. Il direttore generale intende fare entro luglio un incontro anche in presenza. Può darsi che abbia già in mente cosa fare. L’ho trovato partecipe, presente, era ben informato. Ho avuto una buona impressione. Credo che voglia entrare nel merito della situazione attuale per parlare. È incoraggiante che il direttore generale partecipi agli incontri con i sindacati. Anche l’ex manager Massimo Lombardo dava sicurezza, ma i problemi in tavola sono tanti, gli ospedali in stato di confusione e la cittadinanza non sa cosa fare».

Più personale nelle Rsa

«Prima del covid - spiega Bricchi - avevamo programmato 3 iniziative, una sui problemi delle Rsa, una sulla sanità territoriale e una sugli ospedali, poi sono state modificate a causa dell’epidemia. Per quanto riguarda le Rsa noi chiediamo che la Regione aumenti le quote sanitarie per le Rsa e il personale. Nel Lodigiano ogni anziano aveva 1200 minuti di assistenza. La Regione dice che bisogna tendere a 901. Le Rsa si stanno adeguando, forse noi non siamo scesi così in basso, ma il valore richiesto è quello».

Terapia intensiva, servono letti

«Il decreto “Rilancio” - spiega Bricchi - dà i soldi agli ospedali per assumere medici e infermieri e aumentare i letti nelle terapie intensive, cose che noi chiediamo da anni. Il decreto dice che i posti devono essere 0,14 per mille abitanti. Fatta la proporzione, Lodi dovrebbe averne oltre 32. Prima del covid ne aveva 11 tra Lodi e Codogno».

Infermieri sul territorio

«Il decreto rilancio - commenta Bricchi - prevede anche 8 infermieri sul territorio per 50mila abitanti. Per Lodi significa 35. Siamo contenti che a Codogno abbiano riaperto pronto soccorso e terapia intensiva, ma andrebbe aperta anche l’ostetricia».

Si poteva dare di più

«Per quanto riguarda le risorse - annota Bricchi -, l’infermiere che ha lavorato con i covid prende poco meno di mille euro e poi 1250 se ha lavorato tutto il periodo con le risorse per il covid. I medici prendono con le Rar poco meno di 1200 euro e poi come premio per il covid la cifra più alta ammonta a 1730. Se si calcola l’impegno messo in campo non c’è molto da brindare, si poteva dare di più».

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