LODI Si allarga il caso delle polizze vita: molti investitori non hanno mai rivisto i loro soldi
Broker deceduta Si apre un fronte di contratti di oltre 10 anni fa: c’è chi ha perso più di 120mila euro
Si allarga la presunta truffa delle polizze vita. Almeno 40 persone si sono già rivolte a un avvocato e la Procura ha aperto un fascicolo per fare luce sull’accaduto. La vicenda è quella della broker deceduta per malattia lo scorso 14 ottobre, che era titolare dell’agenzia assicurativa di brokeraggio di via San Martino, a Lodi, con il fratello (che però deteneva un’unica quota ed è impegnato in un’attività completamente diversa nel Milanese). Secondo le denunce delle persone che si sono rivolte ai loro legali facendo partire un’indagine da parte della Procura, sarebbero finiti in fumo i risparmi che le persone avevano accantonato lungo tutto l’arco di una vita. La broker, classe 1959, a Lodi era molto conosciuta, sempre gentile, si era guadagnata la fiducia dei suoi clienti. In tanti avevano stipulato con lei, oltre che l’assicurazione della casa o della macchina, anche i loro investimenti, il Tfr, stipulando le cosiddette polizze vita, basate sul principio dell’accantonamento e del capitale da ritirare con gli interessi in scadenze predeterminate. La donna faceva da mediatrice con tre agenzie. Davanti alla porta dell’agenzia di brokeraggio, è comparso, infatti, un cartello, con la scritta: “Scusandoci per il disagio, comunichiamo ai clienti i seguenti recapiti per informazioni e scadenze”, indicando i numeri di telefono e gli indirizzi delle tre agenzie assicurative. C’è chi si è rivolto all’avvocato perché sostiene di essersi accorto, al momento del decesso della broker, che le polizze non erano state stipulate, i soldi accantonati erano spariti. Qualcuno in questi giorni ha denunciato di aver perso oltre 120mila euro. Una coppia, invece, si è accorta che la presunta truffa continuava da oltre 10 anni. La versione fornita dagli investitori è che quando chiedevano di riavere il capitale investito all’inizio con una scusa venisse sempre procrastinata la riscossione. Investivano una cifra il primo anno, ottenevano gli interessi, rimettevano una cifra il secondo, la stessa cosa e una volta conquistata la fiducia, negli anni successivi i soldi sparivano. Veniva fornito un estratto conto falsificato, ma i soldi non c’erano. Alcuni legali hanno già chiesto alla agenzia di brokeraggio e alle assicurazioni coinvolte la procedura di mediazione che è obbligatoria prima di arrivare al contenzioso. Il fratello della broker si è rivolto a un avvocato.
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